592 Libro IL Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 11. che si disciplinavano a sangue.1 Il numero dei pellegrini sarebbe stato certo maggiore, se molti non fossero stati spaventati dalla peste, le cui vittime erano accresciute fino alPincrcdibile dalle voci che correvano.2 Tra i celebri romei dell’anno 1500 vuoisi ricordare innanzi tutto Niccolò Copernico, che giunse nella città eterna verso Pasqua e vi si trattenne per un anno intero. Egli vi diede lezioni, ma non in qualità di professore ordinario di matematica all’università, come quasi generalmente fu creduto, sibbene secondo l’uso di allora in forma di lezioni libere avendo per uditori degli scienziati e dei personaggi cospicui. S’è congetturato che a questa schiera desiderosa di apprendere abbiano appartenuto anche Michelangelo ed Alessandro Farnese (più tardi Paolo III).3 Il più vecchio pellegrino fu forse il novantenne duca di Sagan, che entrò in Roma nel novembre del 1500.4 Fra i pellegrini tedeschi trovossi lo scabino francofortese Giacomo Heller amante dell’arte,5 e probabilmente anche il geniale Mattia Griinewald, l’autore dell’altare di Isen-heim,6 tra i francesi il celebre esegeta Jacques Lefèvre d’Esta-ples.7 Fra i pellegrini e pellegrine italiane emerge Elisabetta Gonzaga, moglie di Guidobaldo di Urbino, il cui viaggio fu certo impresa rischiosa poiché Cesare Borgia divisava d’impadronirsi di Urbino. Malgrado suo fratello la dissuadesse, Elisabetta con piccolo seguito e in incognito intraprese il suo viaggio soffermandosi in Roma solo pochi giorni per l’acquisto del giubileo.' Vera pietà ¡spingeva questa donna al pari d’infinite altre verso Roma, dove tante cose dovevano profondamente offendere i loro sentimenti religiosi.9 Anche delle persone non ostili ai Borgia, come 1 Landucci 210; cfr. Arch. stor. napolit. VII, 105; Vili, 8530. 2 Gothein loc. cit. 106. Un vecchio pellegrino, Luca di Thorn, forse varante di Copernico, morì nel 1500 all’ospedale dell'Anima; vedi IIirLEB. A' Warm. 169. Schmidlin, Anima 114 s., ove anche notizie su altri pellegrini lora morti di peste in Roma. 3 Pbowe, Copemìcus I (Berlin 1883) 1, 279 ss. Hiplek in hit. Rumi^ 1884, p. 205. Lohmeyer in Zeitschrift di Sybel LVII, 20 s. Cfr. anche 1 boschi, Storia d. lett. ital. VI 1, 345 s. * Vedi Burciiardi, Diarium (Thuasne) III, 84, (Celasi) II, 241. * Vedi JanssenJPastok I20, 203. a Cfr. Kunstkronik XXVIII (1917), 77 s. Vedi Renaudet 381, 391 s. resi®. s Gregobovius, Lucrezia Borgia 129 s. Pasolini II, 246. Lezio- » Mantova e Urbino 104 s. Anche Ercole I, duca di Ferrara, aveva in recarsi a Roma pel giubileo, ma a causa di una caduta da cavallo c ^ rinunciare a quel viaggio. V. * lettera del duca a G. B. Ferrari in data yptfi jjiiio 1500. Archivio di ¡Stato in Modena. Cfr. Atti M01 ■ (1816), 26-30. tedesc*’ » Che cosa pensasse della Roma dei Borgia nel 1497 il cavane .wrole A. v. HarfC, è stato già detto. jUn’impressione simile si riflette ne t che il Vettori intese da un Renano, che stava ai servigi del can iu‘^,e ll0i Qonnet. «iSe mi domandi perchè io abbia lasciato Roma, ti rispon o