966 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 10. nell’angolo e per lo più interpretato come gruppo dei grammatici, fa seguito a destra nel proscenio il circolo bellamente disposto degli aritmetici e dei musici. Un vecchio (Pitagora), appoggiato a un ginocchio, scrive attentamente mentre alla sua sinistra un fanciullo sorregge una tavola coi numeri e i segni simbolici delle leggi pitagoriche dell’armonia.1 Nel libro dello scrivente affisano lo sguardo dal di dietro e dal lato un orientale ed un uomo attempato con calamaio e 'penna.2 A destra di questo gruppo fitto di personaggi si vede un giovane in un lungo e bianco abito guarnito d’oro, rappresentante secondo una tradizione ben poco fondata il duca Francesco Maria della Rovere di Urbino.3 Innanzi a lui si scorge un uomo nel pieno vigore degli anni, uno dei personaggi più ragguardevoli che Raffaello abbia creato in quest’affresco; pieno di potente a intima commozione egli dimostra dal suo libro quanto ha scoperto e immaginato.4 Ne costituisce il contrapposto l’ultima figura di questo lato seduta nell’infimo gradino della scala; è un filosofo, che tutto intento alla meditazione e all’indagine metto mano alla penna per scrivere.6 Un quadro non meno vivo della meditazione e dell’indagine, della lettura e dell’imparare, dell’udire e dell’apprendere è stato creato da Raffaello nel gruppo dei geometri e degli astrologi sulla parte anteriore del lato destro. Il maestro della geometria — un tempo interpretato per Archimede, ma oggi a ragione per Euclide— che ritrae i lineamenti dell’erudito Fabio Calvo,7 sta spiegando, profondamente inchinato e col compasso in mano, una 1 Cfr. \Scherer in Ocsterreich. Woehonschrift II (1872), 37. Hettner 198 ss. Cfr. anche Neumann in Zcitsohr. fiir biM. Kunst XIV, 9«.; Ruelle iu Rer. et (in:, musicale de Paris, agosto 1879. 2 Nel personaggio orientale Mìti.i.ner 104 vede Averroe, nel quale il rinascimento cristiano ravvisava l’infedele. Tale concetto agginnge il contrasto ideale al pittorico. » Non può (trattarsi d'un ritratto, perché il giovane è intieramente eseguito nel cartone deH'Ambrosiana, ma ha lineamenti generici, affatto diversi; vedi Pi s oh ex in Jalirl). dcr preti**. Kunstsamml. XXXVII (1910), 253. * STiu.Nc.rat 183 (2 ed. I, 247). iSul nome di questo filosofo «'è molto discusso. Recentemente Muli.ner ha cercato dimostrare (p. 165 s.) che in quella figura si deve riconoscere Parmenide. “ Il cartone originale della scuola d'Atene nell'Amhrosiana di Milano, (vedi L. Bei.trami, Il cartone di Raffaello Sanzio per la Scuola d'Atene, Milano 1920) mostra che questa figura fu aggiunta posteriormente perché altrimenti la scala sarebbe apparsa troppo vuota. I’assavaxt. Lubke, Boi.e 13 e Miìulneh 166 veggono in questo filosofo il cupo Eraclito. 6 Passavant I, 159 (ed. francese I, 130) sospetta che alla denominazione di Archimede, di cui ancora non si serve il Vasari, abbia dato occasione l'uccisione di Archimede effigiata nello zoccolo da Ferino del Vaga solo al tempo di Paolo III. i Axtonif.wtcz in JCunstchronih XXI (1920-21), 896.