1070 Appendice. Beatitudine Sua desidera sia facta per me cimi questi signori et la dei-la ratione quale recercha che io facii sopra 'le cose de Nepe cuiu la expie.--sione del amore iche la Sua Santità mi porta. Mi dole summamente che a la Beatitudine Sua et in concistorio sia refferito che in Hostia sii staro cridato il nome mio, non sapendo io ad qual fine se già non fusse fatti per tirarsi forsi altri col nome mio qualche natura de favore come se fa molte volte in simili casi; o vero si dicesse questo del nome mio i*-r darmi caricho, perchè io ho testimonio la coniscientia mia et la verità che de le cose de Hostia non ho avuto alchuna noticia, et quelli ad instantia de li quali è facta et li ministri del successo si sono guardati da uve corno da servitore de Nostro Signore. Da li quali la Beatitudhi • Sua, volendo, poterà intendere essere così il vero, et così prego cum op.: instantia la Santita Sua ad volersene bene chiarire, perche la troverà cum verità che è stato posto singulare studio ad celare il facto a me, havendo loro etiam per diverse vie conosciuto che io in questa mia abser.tia da Roma non ho desiderato ne procurato alchuna cosa, se ii'm la propria conserviatione, el qual fine sapendosi la potentia et l’animu de li adversarii, è rasonevole et naturale; et se bene intendo la Beatiti! dine Sua essersi doluta cum alcliuni ambasadori portando giraveza : I Ohristianisisimo Re, a lo illmo Sre Ludovico et a me in questo facto de Ilostia. nondimeno credo che la Sua Santità a questhora possa ha'* inteso quello che anche a me è significato, cioè che Hostia sia tolta et munita a nome de s. P[ietro] in v[incula]. Et nondimeno per obedire la Beatitudine Sua sarò cum questi signori per quelli elfecti, che 'la epsa sono desiderati così circa il transito libero de le victualie ad Hostia, conio anche circa li inconunodi che si potessono fare peri le signorie lori» in el paese li, ne mancharo de alchuno mio offitio per satisfare a la ■Sua Santita, se bene non possa promettere alchuna cosa certa de li predetti signori conio de obbligati ad altri et per trovarmi io in cas i loro et bisognerami procedei'© cum molta circumispectione et rispetto, et nondimeno come è predicto faro sopra il possibile per satisfare a la Beatitudine Sua, forzandomi etiam de tenere qualchuno de li miei propr ad Hostia. Quanto al facto de Nepe la S. Y. Revma poterà risponder«' che non sono senza admiratione de la declaratione quale la sua Santit recercha da me in questo, havendo io comporobato per tanti experiment la fede et devotione mia verso la Sua Santita, et che nesuna cosa mi e più a core che la comservatione et amplitudine de questa Santa Sede, pei la sublimatione de la quale el sarà considerato quello che dopo il pontificato de la Sua Beatitudine ho facto, non sarà posto in dubio che de la terra et rocha de Nepe habia fare, se non quello offitio che è debito ad uno bono cardinale, et così la A'. Revma S. poterà atììrmare et dirli che par el commissario che la Sua Santita dice non essere stato admisso ù* Nepe, questo sarà proceduto per lo ordine che si è servato et serva ad Nepe continuamente, poiché la peste cominciò in Roma, havendo io facto custodire quello loco da contagione cum diligentia per tutti li casi che potesseno venire, sulbiungendoli che quanto ale victualie quale la Sua Santita dice de Nepe, la supplico ad considerare che di qua non ho altro loco proprio se non Nepe. il quale essendomi benignamente dato da la Sua Santita, desidererei che la mi lasasse usare la benignità Sua e li commodi et sicurtà mia, la qual consiste io non disfornine quello