Matteo Lang a Roma (novembre 1512). 835 nato. I cardinali Bakócz e Leonardo Grosso della Rovere si recarono alle falde di Monte Mario e quSvi presero in mezzo il Lang, al quale atto questi con modestia affettata si arrese solo riluttante. A Ponte Molle l’attendevano il senatore di Roma con tutti gl’impiegati; a Porta del Popolo i due cardinali presero congedo non permettendo loro il cerimoniale di accompagnarlo più oltre. Ad essi subentrarono il governatore della città e il prefetto del palazzo. Una moltitudine immensa di popolo erasi riversata pei e vie della città, per le quali avanzava il corteo oltre ogni dire ma-gnifico, e nel quale trovavansi gli ambasciatori. Da Castel S. n gelo l’artiglieria tonava in modo da far tremare dalle fondamenta quell’antico edificio. Già calavano le tenebre della notte allorché il corteo avvicinatosi al Vaticano festosamente illuminato, quivi ebbe luogo il ricevimento ufficiale del Lang da parte del papa. La vera difficoltà nei negoziati che seguirono nei giorni appresso non istette nelle relazioni del papa coll’imperatore, ma in quelle di quest’ultimo con Venezia. Giulio II aveva già lavorato per lungo tempo e cercato d’indurre Venezia alla maggio 1 possi bile arrendevolezza verso Massimiliano. Ma tutto fu inutile poic e •’imperatore esigeva dalla repubblica la rinunzia di Veiona e i eenza, il pagamento di 250000 ducati per l’investitura di Padova e Treviso e 30000 ducati annui di censo pel feudo. I Veneziani si ricusavano di soddisfare a tali pretese e chiedevano Ja cessione di Verona, dicendo di volere sborsare in cambio^ all impei a ore una somma annua di denaro finché vivesse. Allorché il 7 no\em re gli ambasciatori veneti diedero definitivamente una i ispos .i ne Kativa al papa, che esponeva le condizioni dell’imperatore, avvenne il terzo grande cambiamento della politica di Giulio . n vano i rappresentanti della repubblica e molti cardinali si sero, mentre l’ambasciatore spagnolo cercava di man aie pei lunghe la deliberazione. Al pontefice sembrava assolutamente in -v¡ tabi le tanto politicamente che ecclesiasticamente a e^nza^ l’imperatore e la sera del 19 ¡novembre fu firmato i ra a alleanza tra Giulio II e Massimiliano. L’imperatore garan ^ Papa assistenza contro chiunque, si dichiarava contro g ì se t'ei, riconosceva il concilio lateranense, rinunciava a *r:artr«a_ del duca di Ferrara e dei Bentivoglio e cedeva pr0 mente al papa Reggio e Modena. Giulio II pi orne e\a . ^ (l’armi spirituali e temporali contro Venezia qua oia a