Documenti inediti e comunicazioni d’archivi. N. 132. 1117 132. .Massimiliano I, candidato al soglio pontificio.1 Sui progetti di Massimiliano al papato è stato scritto moltissimo. Dagli scritti più vecchi riguardanti questo soggetto .ci ha dato una rassegna A. Jäger in Sitzungsberichte der Wiener Akad. XII (1854), 199 s. Il suddetto critico rigetta — e certo a buon diritto — i dubbii sollevati contro l’autenticità delle lettere alla figlia Margherita ed a Paolo di Liechtenstein (alle quali in certo senso appartiene anche l’istruzione ricordata sopra a p. 778, n. 1, di Massimiliano a Giorgio di Neideck del 10 giugno 1507). Parimenti egli si dichiara contrario a coloro che prendono proprio sul serio secondo il loro tenore le lettere, nonché a quegli eruditi die non vi veggono altro die uno scherzo. Jäger quindi, facendo larghissimo uso dello Schreck (Biografia del card. Adriano, Trento 18157), cerca sciogliere l’enignua interpretando allegoricamente le lettere, colle quali l’imperatore non avrebbe voluto far altro che accennare al suo disegno di voler guadagnare la tiara ad un uomo a llui devoto, cioè al cardinale Castellesi rifugiatosi nel Tirolo. Contro questa opinione però Lanz 118, Böhm e Huber III, 394 hanno tassai giustamente fatto avvertire, che il testo chiaro e preciso non permette una tale spiegazione; segnatamente ciò deve dirsi della lettera a 'P. v. Liechtenstein. Tanto era stato fatto già prima in una critica assai acuta del Jäger probabilmente dovuta a Höfler in Ori. Anz. d. Münch. Akad. 1856, 15 ottobre. La maggior parte dei critici si attennero poi, malgrado il Jäger, all’opinione, che veramente Massimiliano mirasse a congiungere insieme la dignità imperiale e pontificia. Brosch (p. 385) cavò poi dall’Archivio veneziano ila prova, che anche nel dicembre 1511 furonvi delle pratiche a questo proposito tra Massimiliano e Ferdinando di Spagna. Il lavoro del Jäger è ritenuto di scarsissimo valore dal Brosch. Sebbene però lo studio del Jäger sia in molti punti deficiente, tuttavia la sua ipotesi tornò in parte in onore per le ricerche di Gebhardt e IJlmaxn. Il primo (Adrian von Corneto 23s.) potè dimostrare, die l’ambasciatore inglese alla corte dell'imperatore il 4 di settembre 1511 riferiva al suo re, che Massimiliano desiderava l’esaltamento del cardinale Adriano al posto di Giulio II ormai disperato dai medici. Il biografo di Massimiliano, I’Ulmanw, trattò nel 1888 la questione in uno scritto speciale. Contrariamente al Böhm I’TJlmanit prende innanzi tutto come punto di partenza della sua ricerca l’istruzione imperiale dell’anno 1507, di cui però non si conosce appieno il tenore. In detto anno viveva ancora l’imperatrice, onde — così ragiona I’Uuiänn — era impossibile che allora Massimiliano potesse pensare a conseguire la tiara. «Ora siccome quella medesima, idea nel 1511 fu formulata nell’identico modo dalla sua stessa penna, è giustificato ritenere — sebbene per la morte dell’imperatru'e fosse venuto in questo mezzo a cessare l'impedimento — che tanto nel 1511 che nel 1507 il vero disegno di Massimiliano non sia stato quello di venire innalzato lui stesso al trono pontificale » (p. 5). La vena essenza dei disegni di Massimiliano consisterebbe secondo I’Ulmann « nella sua idea prediletta» di secolarizzare lo stato ecclesiastico. Siccome questa idea — pensa Ulmann — si oppone a un conseguimento personale della 1 V. p. 798 ss.