La religiosità degli Italiani del rinascimento. 11 buona sorte a noi conservate mostrano che quest’elogio non è esagerato. Di pregio inestimabile sotto questo riguardo è la corrispondenza epistolare della gentildonna fiorentina Alessandra Macinghi-Strozzi (m. 1406, m. 1471). Sfogliando questi documenti intimi si vede a fondo nella vita domestica di allora e leggesi quasi nell’anima della nobile e sventurata madre, che aveva consacrato vita e pensieri unicamente al bene dei suoi figli, dopo che una morte precoce le ebbe rapito il consorte. Tutte le sofferenze e le gioie, le speranze e le delusioni di una generazione passano davanti al lettore e dappertutto si rivela un profondo sentimento religioso. Allorché le morì in esilio il figlio Matteo, così Alessandra scriveva : «... Dipoi ho come addì 23 (agosto) piacque a Chi me lo diè di chiamallo a sè, con buon conoscimento e con buona grazia e Con tutti e sagramenti che si richiede al buono e fedele cristiano. Per la qual cosa ho auto un’amaritudine grandissima dell’esser privata di tale figliuolo; e gran danno mi pare ricevere, oltre all’amore filiale, della morte sua; e simile voi due altri mia, che a piccolo numero sete ridotti. Lodo e ringrazio Nostro Signore di tutto quello ch’è sua volontà; chè son certa Iddio ha veduto che ora era la salute dell’anima sua: e la sperienza ne veggo per quanto tu mi scrivi, che così bene s’accordassi a questa aspra e dura morte: e così ho ’nteso per lettere, che ci sono in altri, di costà. E bene ch’io abbia sentito tal doglia nel cuore mio, che mai la sentì tale, ho preso conforto di tal pena di due cose. La prima, che gli era presso di te; che son certa che medici e medicine e tutto quello è stato possibile di fare per la saihite sua, con quegli rimedi si sono potuti fare, si sono fatti, e che nulla s’è lasciato indrieto per mantenergli la vita; e nulla gli è giovato: chè era volontà di Dio che così fussi. L’altra, di che ho preso quieta, si è della grazia e dell’arme che Nostro Signore gli diè a quel punto della morte, di rendersi in colpa, di chiedere la confessione e comunione e la strema, unzione: e tutto intendo che fece con divozione; che sono segni tutti da sperare che Iddio gli abbia apparecchiato buon luogo. E pertanto, sapendo che tutti abbiàno a fare questo passo, e non sappiàno come, e non siàno certi di farlo in quel modo che ha fatto el mio grazioso figliuolo Matteo (chè chi muore di morte sùbita, chi è tagliato a pezzi ; e così dimolte morti si fanno, che si perde l’anima e ’1 corpo), mi do pace, considerando • orar*. Saggio di rit'Ordi di donne florentine (Per nozze). Firenze 1896; I. »et. Mtxgo. La donna fiorentina del buon tempo antico. Firenze lOOfi, 150-248. V. anche gli articoli di X. Paitlus, Zur Wertschätzung der Ehefrau im it ittelalter, in Lit. Beil. alla Köln. Yolk»zeitung 1004. nr.10 (da una i redica del domenicano Gabriele Barletta) e: Frauenlob hei mittelalterlichen il inori! enpredigeni, ln XYissen»ch. Beil. alla Germania 1907, nr. 35, p. 374 s.