420 Libro II. Alessandro VI. 1942-1503. Capitolo 4. meravigliosi un indizio di nuove imminenti calamità, guerra, carestia e peste. Anche in altre parti d’Italia si volle vedere in questo mostro, la cui immagine per es. venne attaccata alle porte della cattedrale di Como, un segno di tempi tristi.1 Da per tutto guar-davasi all’avvenire con angosciosa trepidaziane. Terribilmente tetre e severe risuonavano specialmente le continuate prof ezie dell’eloquente Savonarola. « Io annunzio — gridava egli al popolo di Firenze nelle prediche quaresimali del 1496 — che l’Italia sarà sconquassata e che il primo sarà ultimo. O Italia, sarà allora conturbazione sopra conturbazione; conturbazione di guerra sopra la carestia, di pestilenza sopra la guerra; conturbazione da una parte, conturbazione dall’altra. Sarà lo audito sopra l’audito; cioè udirassi da una parte uno barbaro, ecco dall’altra parte un altro barbaro; da ogni parte audito sopra lo audito... Cercheranno allora le visioni dei profeti e non potranno averle, perchè il Signore dice: — Ora tocca di profetare a me. Andranno all’astrologia, e non verrà loro nulla. Perirà la legge dei sacerdoti e perderanno le loro dignità ; i principi si vestiranno di cilicio: i popoli saranno conquassati di tribolazioni. Tutti gli uomini perderanno lo spirito, e come hanno giudicato, così saranno giudicati».2 biblioteca di Parma (n. 880) ; vedi Oax in Giorn. stor. d. lett. Hai. XXIX, 434, nota 3. Quanto al mostro v. : anche Gbisab, Luttier-Studien, fase. 5 (Kampfbild(r III), Freiburg 1923, 6 ss. 1 Lange 42-43. Quivi a p: 49 ss. trovasi anche il carme dell’umanista tedesco Giacomo Locjher sulla inondazione. Questi concepì l'avvenimento come un segnale divino, che invitava il re Massimiliano a marciare su Roma. Questo concetto politico trovasi anche presso Seb. Bbant, che ha cantato l’inondazione in una elegia (in Varia Carmina del Brast, Basileae 1498, n. 51 ; cfr. Zabnche in appendice alla sua edizione del Narrenschiff di Brant, Leipzig 1854, 1S6). Sulle cattive condizioni di salute in Roma nel gennaio del 1496 vedi Sanuto I, 6. In antecedenza dall’autunno del 1403 all’autunno del 1494, Roma era stata visitata da una pestilenza; vedi Pieper, Burchards Tagelinoti -“■* e Haeser III3, 235-236. A causa del morbo Alessandro VI il 26 ottobre 1493 aveva lasciato Roma, dove fece ritorno solo il 19 dicembre ; vedi Pieper 10, 29-30 ; Bubckardi Liber notarum, ed. Celani I, 448-453 ; cfr. Bicordi di casa Sacchi 427 e * Cat.rffini f. 312 del Cod. I-l-t, della Biblioteca Chigi di Roma. La poesia di Bertrando de Vaqtjeiras ad Ant. Flaminio comporta dopo che la peste cessò, presso Vattasso, Flaminio 60 ss. 2 VriXARi 12, 430-431. ,Ofr. su ciò il pensiero di P. Delfino presso RaTNaI-d 1495, n. 38.