Giulio II protettore delle arti. 881 L’Inghirami, detto il Cicerone del suo tempo, tenne dopo il 1510 il posto di prefetto della Vaticana come successore di Giuliano Maffei. Furono custodi di detta biblioteca Demetrio da Lucca e dopo la sua morte avvenuta n©l 1511 Lorenzo Parmenio e Giovanni Chadel; morto quest’ultimo nel 1512 gli successe Romolo Mammacini.1 La grande liberalità del tempo di Sisto IV, allorché i manoscritti si potevano utilizzare anche fuori del locale,2 si continuò, ma con certe precauzioni ; quanto agli atti dell’archivio della Camera apostolica il papa in seguito ad abusi videsi tuttavia costretto a prendere recise disposizioni.3 Giulio II, che fece fondare a proprie spese nella citta di Fano la prima stamperia araba,4 or lino altresì che fossero ornate di pitture le biblioteche di S. Pietro in Vincoli e dei SS. Apostoli.5 Un’altra prova che al papa della Rovere non siano state estranee tendenze dotte ci è fornita finalmente dalla sua biblioteca privata. Fin da quando era cardinale Giulio II occupavasi nell’acqui--sto e nella trascrizione di manoscritti,0 riuscendo così a mettere insieme una pregevole biblioteca privata. Quando fu papa la collocò in un piano superiore del Vaticano in ambienti riccamente Tinte ,S. ei'it animum «pendere non carmina, valent ù proprietà dell’Affò, si trova ora nella Biblioteca Palatina di Parma; egli fa inoltre osservare che è ristampato presso Roscob-Bossi, Leone X, IV, 293- Un altro curioso esempio del mescolare il cristiano col pagano si ba nelle ecloghe drammatiche di Pietro Corsi, che furono recitate alla presenza del l'apa negli anni 1509 e 1510; v. Giont. d. Lett. ital. X, 240, nota 3. Su buffoni alla corte di Giulio II v. ibid. XXIX, 450. 1 Muntz, La bibHot. du Vatican Ils. |Su Demetrio vedi Oian in Giom. d. Lett. ital. IX, 450, nota 4. Che la nomina dell’Inghlraml a bibliotecario non sia avvenuta nel 1510, ma ¡fin dal 1505, vien dimostrato da Not.iiac in Studi p do-cuni. Vili, 2S8. Cfr. anche Xouiac, Érasme en Italie 68 s. Sebbene per le lacune »egli atti dell’Archivio di Stato in Roma e dell’Archivio segreto pontificio non si possa provare che Giulio II abbia arricchito la Vaticana, pure la cosa resta probabile. fNel 1481 la Vaticana contava in tutto 3592 codici, 1723 nel 1512; vedi Clark, On tlie Vatican Library under Sixt IV, in Cambridge Antiq. Soc. Proceedings 1899, 36. 2 Cfr. il nostro vol. II, 628. Muntz loc. cit. 15 s. V. Jtegesta Cleinentis Y, Romae 1885, xi.ix s. * Reumont III 2, 382. & Albehtini, ed. ¡Scrìiars