356 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 1. guito anche i suoi guerrieri e persino il suo boia Don Michelotto, erano quasi esclusivamente spagnoli: con Alessandro VI parlava d’ordinario spagnolo.1 Già il disegno stesso di un matrimonio della sorella di Cesare con uno Sforza aveva suscitato i!l dispetto di Ferrante:2 presto poi s’aggiunsero altre circostanze a intorbidare le relazioni tra Roma e Napoili. Wladislao re di Ungheria aveva dichiarato non obbligatorii i suoi sponsali con la figlia di Ferrante ; v’era d’aspettarsi che il papa deciderebbe in questo senso.3 Che se già quest’affare privato preoccupava molto il re di Napoli, ciò valeva a più ragione dei disegni ambiziosi di Lodovico il Moro. Questi si adoperava in tutti i modi a cacciare dal trono ducale di Milano il nepote Giangaleazzo ch’erasi tolto in isposa una nepote di Ferrante. A tale intento Lodovico sperava come nella Francia così specialmente nel papa sul quale, grazie a suo fratello Ascanio Sforza, egli poteva assaissimo. Non fa punto meraviglia che Ferrante stesse ansiosamente aspettando quello che il suo secondo-genito Federico di Aragona principe di Altamura, sarebbe per ottenere a Roma. L’11 dicembre 1492 era costui arrivato colà per prestare obbedienza e per guadagnare il papa ad una lega.4 Il Cardinal Giuliano della Rovere gli aveva apprestato nel suo palazzo un sontuoso appartamento.6 Federigo prestò obbedienza il 21 dicembre e il giorno di Natale ricevette dalle mani del papa una spada benedetta. Il 10 geninaio 1493 egli lasciò Roma senza aver autentica di quel terribile uomo. Pasolini II, 227 erroneamente e senza badare alle osservazioni di Lermolieff (Zeitschr. f. bild. Kunst X, 102), fa gran conto di un ritratto di Cesare attribuito (senza fondamento) al Giorgioue o al Paimezzano e che ora conservasi nella galleria di Forlì, (riprodotto anche presso Sabatini, C. Borgia a p. 177 e presso Chledowski. Rom I a p. J6S). Il sig. Dr. Vischeb-Mebean di Basilea ebbe la cortesia di mandarmi una riproduzione di un ritratto di Cesare rimasto Ano ad ora sconosciuto che conservasi nella Galleria Albani di Urbino. Il Dr. Vischer ravvisa in questo ritratto, che si scosta da quello presso Ybiabte, 11 vero Cesare ; ritratti simili s'incontrano del resto anche altrove neU’Umbria, così per es. uno in Pennabilli posseduto dal signor Giovanni Bocchi. Gfr. K. Yischer-Merian, Ährenlese, Basel 1893, 150 s. Su un figlio illegittimo di Cesare, Girolamo, che viveva ancora nel 1542 a Ferrara, cfr. C. Ricci, Il figlio di Cesare Borgia, in Rassegna contemporanea II (li>00> « Vossische Zeitung 1910, 21 gennaio, n. 35, 2* Beil. 1 Bubokhak0t, iCultur is, 104. 2 Relazione dell'ambasciatore ferrarere presso Gbegokovitxs, L. Borgia 4S. 3 ofi-, l’articolo di Ovari- in Szàzadok XXIV, 761 ss. t Bubchabdi, Diarium II. 14 s., (Celani) I, 377 s. Geigeb, Burcardus 9-ss. Ofr. anche Notab Giacomo 176. 5 V. la ** relazione del Brognolo del 29 novembre 1492. Archivio Gon- zaga in Mantova.