>■>84 Libro III. Giulio II. 150o-l513. Capitolo 8. cominciato; altri hanno continuato a fabbricare sul fondamento da lui posto. L’iniziativa spetta a lui, l’epoca di Leone è infatti la sua».1 Per opera sua Roma divenne la città classica del mondo, il centro donde irradiavansi le forme e le ispirazioni della cultura europea, il papato divenne la guida della civiltà.2 La somiglianza delle imprese artistiche di Giulio II con quelle di Niccolò V si manifesta con maggiore evidenza nelle sue grandi opere edilizie. La costruzione di nuove strade e rioni, la ricostruzione del palazzo vaticano e la fabbrica di una nuova basilica di S. Pietro, opere rimaste incomplete per la morte immatura di Niccolò V, furono ora riprese con raro ardimento ed energia. Fra tutti gli artisti nessuno era stato in più intime relazioni co! Cardinal Giuliano della Rovere, uomo così appassionato al fabbricare, quanto il fiorentino Giuliano da Sangallo.3 Da questo maestro provengono i disegni pel palazzo in Savona. Le relazioni fra i due erano così intime, che questi accompagnò il suo protettore nel suo volontario esilio al tempo di Alessandro VI. In tale ofccasione (nell’anno 1494) il cardinale mise in relazione il celebre architetto con Carlo Vili re di Francia.4 Non fa perciò meraviglia che dopo l’assunzione del suo patrono al pontificato, il Sangallo si recasse a Roma per ricordare a Giulio II la loi'o antica amicizia e offrirgli i suoi servigi. Il papa gli affidò da principio alcuni lavori di restauro a Castel S. Angelo, i quali sembravano i più urgenti data la turbolenza dei tempi. Il 30 maggio 1504 venne fatto per questi lavori un pagamento quale acconto d’una somma maggiore.5 Nel tempo che seguì subito dopo, Giuliano da Sangallo lavorò anche altrimenti per Giulio II. Non venne eseguita la loggia da lui abbozzata in forma di un antico arco trion- 1 Keujioxt III 2, 383. Cfr. Sfrigger 101 : Mixghetti, Raffaello 10*’' k‘ vox Geymvller 344. Kraus in The Cambridge Modem llistory II, 7. 2 Olir. Gregouovius VIIIs 113, il quale egregiamente osserva: «In <311,1 ' st.'atmosfera storica, nella sublimità monumentale e ideale della città 1* mente degli artisti spogliò ila scorza dello stile provinciale e infuse ai suoi concetti un'impronta di grandezza essenzialmente romana ». 3 Con Olausse, Les Sangallo, Paris 1900. cfr. specialmente iO. v. Fa. l'Riczy nel Jaltri), tl. preuss. Kiuistsamml. XXIII (1902), e l’eccellente edizi°ue curata dal Hui.sen del Libro di Giuliano da •Sangallo (Codices e VaticW' selccti XI), Lipsiae 1910, ove nell’introduzione (41 ss.) si trova un iiuIM,r' tante sommario per la vita del maestro. * Vedi Muntz, Hist. de Vari. II, 407 ; J. de Laurière, Giuliano de 8an Galle et le monumenta antiques du. midi de Franco nel XLV tomo dei Mém- 1,1 la Soc. Nat. dea Antiquaires de Franve e Hedtenbaoher 97. 102. Del pala*20 di Savona, dal cortile in fuori, non si sono conservate che la facciata ant< riore tutta di marmo bianco e qualche cosa della parte posteriore; vedi thier, Les plus beaux édifices de Gènes et ses environs. (Paris 1850) pi-e 65. Redtenbac>heb 102. (Muntz, Hist. de VArt I, 199. V. anche la nota ( 1 ¡Scbmarsow all’Aìlbciitini 55. 5 VoN GEYM,t'LI.ER 74.