Accordo d'Alessandro VI con Carlo Vili (15 genn. 1495). 401 cesi, ottengono piena amnistia. Il Cardinal Giuliano conserva Ostia, la legazione di Avignone e tutti gli altri possedimenti e benefici. Al Cardinal Peraudi si riconfermano i suoi vescovati, il Cardinal Savelli torna ad avere la legazione di Spoleto. I cardinali possono in avvenire allontanarsi da Roma a loro piacimento. Il papa accorda all’esercito francese libero passaggio per tutto lo Stato della Chiesa e consegna al re Civitavecchia. Le città della Marca d’Ancona e del Patrimonio ricevono dei governatori, che siano grati al re; il medesimo vale per il periodo della spedizione contro Napoli relativamente ai ‘legati della Campagna e della Marittima; Castel S. Angelo rimane al papa, il quale dopo la partenza di Carlo riavrà anche le chiavi della città. Carlo presterà obbedienza al papa, non gli recherà molestia nè in cose spirituali nè temporali, anzi io difenderà da ogni assa'lto. Riguardo alla capitolazione elettorale re e papa si metteranno d’accordo.1 La convenzione non dice niente circa l’investitura di Napoli : •su questo punto Alessandro era stato irremovibile come per Castel S. Angelo. Fu inoltre cosa di grande rilievo che il papa avesse respinto l’attacco contro la sua autorità spirituale. Ciò indispettì oltre misura i cardinali déll’opposizione. Ascanio Sforza e Lunati partirono incontanente. Il Cardinal Peraudi sarebbe andato sì avanti da fare in faccia lai pontefice i più acerbi rimproveri. - Ma il più irreconciliabile di tutti era Giuliano della Rovere. Per due volte Carlo Vili cercò personalmente di calmarlo, ma invano. Giu- 1 Molisi I, 22-28 (cfr. Gelehrte Anzeigen 18 fraintende la decisione circa la capitolazione elettorale; cfr. anche IIm-"witeimeb, Corre*pondenz 500 s. Foucabd, Carteggio dipi. (.Napoli 1879) 44 e ""'lie Balan V. 336: Segre, Lod. Sforza II, 52-56. Ibid. 59 s. di nuovo relati'amente al giudizio da farsi della politica di Alessandro VI nel dicembre 1U4 e gennaio 1495, che comunemente (perchè si è abituati, nella luce delle *'■<> posteriori colpe e delitti, a vedere in lui soltanto del male) è giudicata >|samente, mentre il suo contegno fu tutt'altro che biasimevole e fiacco. Alessandro \ i fu runìeo principe italiano, che mantenne finché fu possibile la fe-‘'■'til dell’alleanza ai re aragonesi di Napoli : cfr. Sucre III, 371, 430 ss., 486. rca la tradizione del trattato del 15 gennaio 1495 e di altri documenti sulla ' unora di .Carlo Vili in Roma, cfr. A. Reuter in Zentralblatt f. Bibliothekswesen XX (1903), 172-182. - B' Rihabdi Diarium II. 233. (Celasi) I, 572 con l'aggiunta: si sui veruni jjj!*1 r(’tulcrunt. Cfr. ¡Schneider, Peraudi 44 s. e Heidesheimer, Corrcspondcnz ’ " '• anche il dispaccio dell'ambasciatore estenese del 16 gennaio 1495 in I. stur, napolit. IV. 791. Sui malumore di Ascanio Sforza, rivolto del resto n"n solo contro il papa, ma anche contro il re di Francia, confronta ÉSegre H. 56 s. P'STor, Storia dei Papi, III. 26