Idee di riforma in Alessandro VI. Concistoro dei 19 giugno 1497. 435 che voleva fare una nuova tribuna a S. Maria Maggiore dando subito 2000 ducati all’uopo. Inoltre dichiarò che intendeva assoldare 40 squadroni, ma in essi nessun barone romano. La cosa che più fece rumore fu che in un concistoro del 19 giugno egli promise una riforma della Chiesa nel temporale e nello spirituale e istituì all’uopo una commissione di sei cardinali e due uditori di Rota, ai quali fu associato anche Lodovico Podocatharo, vescovo di Capaccio. Il papa « promette de fare molte altre cose laudabile et virtuose: se sia simulatione o inspiratione lo demon-straranno li effecti et l’opere subsequente ».1 Circa le cose passate nel concistoro del 19 giugno esiste una relazione particolareggiata dell’ambasciatore veneziano e una lettura del cardinale Ascanio Sforza. Vi erano intervenuti tutti i cardinali presenti in (Roma, eccettuato Ascanio Sforza, e inoltre gli ambasciatori della lega, lo spagnolo, il napoletano, il veneziano e il milanese. Dopo che i cardinali ebbero fatto uno ad uno le loro condoglianze, il papa tenne un discorso, nel quale die’ sfogo ial suo immenso dolore per la perdita del figlio prediletto.2 «Un colpo più forte — egli disse — non ci poteva toccare, poiché noi amavamo il duca di Gandia sopra ogni altra cosa al mondo. Daremmo volentieri sette triregni, per richiamarlo in vita. A causa dei nostri peccati Iddio ci ha mandato questa prova, poiché il duca di Gandia non meritava una morte così terribile e misteriosa. Si è sparsa la voce che ne sia autore Giovanni Sforza. Noi siamo sicuri che ciò non è vero; ancor meno han compiuto i misfatto il fratello di Giovanni o il duca di Urbino. Dio per-iloni a chi l’ha commesso. Noi però abbiamo risoluto di attendere d’ora in poi alla riforma nostra e della Chiesa. Tutta questa ‘‘¡forma sarà affidata a sei cardinali e a due uditori di Rota. D’ora avanti i benefici saranno conferiti unicamente e solo a chi li meriti, i voti dei cardinali saranno deliberativi. Vogliamo rinunziare al nepotismo, cominciare la riforma da noi stessi, per poi Passare agli altri membri della Chiesa e condurre l’opera alla mèta». Nella commissione della riforma vennero tosto chiamati sei membri del Sacro Collegio : erano i cardinali vescovi Oliviero Carata e Jorge Costa, i cardinali preti Antoniotto Pallavicini e Giovanni Antonio Sangiorgio ed i cardinali diaconi Francesco de’ Piccolomini e Raffaello Riario. Quali consultori furono loro 1 1 fr. App. n. 40. Il reclutamento delle milizie si doveva all atteggia-'“"nt,| minaccioso assunto dagli Orsini e dal Colonna; cfr. Hanuto I, 663. - Carlo Canale, il terzo marito di Vannozza. sotto il 18 marzo 1493 scrive 1 Marchese Francesco Gonzaga c-lie il duca ili Gandia era Vochio della S.tà v- 8. La stessa espressione è usata in un documento posteriore di quattro "n,u Pubblicato da Hììfileb (Don Rodrigo tir fiorja): il Ducha (li Gandia era W'o 'Irito in quo spes prolis erat et gloride. Cfr. Luzio, Isabella dEste e i B,jrÙ