PIO Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 8. indusse anche lui ad accompagnarci. Salii sul dorso di mio pa.lre e così tutti tre ci recammo al luogo indicato. Discesi nella fossa ove si trovava la statua, mio padre disse tosto : è il Laocoonte di cui parla Plinio. Immediatamente si cominciò ad allargare la fossa per trarne l’opera : dopo d’averla ben, esaminata, tornammo a casa per la cena, durante la quale sempre chiacchierammo di questa antichità.1 Non mancarono amatori desiderosi di acquistarlo, ma la vittoria fu del papa. Il 23 marzo 1506 — poche settimane prima della posa della prima pietra di S. Pietro — egli fece acquisto di quell’opera d’arte. Allo scopritore e a suo figlio Federigo vennero rilasciati in compenso per tutta la loro vita gl’introiti del dazio di Porta S. Giovanni fino all’importo probabile di 600 ducati d’oro all’anno.2 Il Laooconte ebbe un posto d’onore in una nicchia del muro meridionale del Belvedere fra l’Apollo e la Venere Felice;3 esso scosse vivamente ed eccitò a un entusiasmo quasi esagerato tutti gli spiriti colti di Roma. Il gruppo apparve « come la risurrezione reale e il più apprezzabile elemento di vita del mondo antico. Il Laooconte e L’Apollo quindi in poi furono i più ammirati e popolari tra i capi d’arte».4 Al fortunato scopritore fu assicurata l’immortalità, come dice la sua iscrizione sepolcrale posta a S. Maria in Aracoeli l’anno 1529.5 I poeti cortigiani del tempo, Sadoleto, Ercole Strozzi. Fausto Capodiferro, Angelo Colucci ed altri, celebrarono in vers. pieni d’entusiasmo la meravigliosa opera ritrovata. Già fu fatto 1 Fea, Misceli. I, 329ss. X.e altre testimonianze più antiche circa il riti'"' vainento sono state raccolte dal Michaelis 16, n. 36. IGfr. Giorn. sfar. <1. ¡■‘,L itnl. XI, 20!) s. Siiti, Htud. itbcr d. Laokoongrttppc (Wiirzburg 1895) e Hei b11, S7 s. 11 gruppo non era intatto ; mancavano 11 braccio destro del padre e d*‘ tiglio giovane colla mano destra del più anziano, che fu completata con stucco soltanto nel secolo xvm. L’errato complemento del braccio destro della figura principale fu confermato recentemente da una felice scoperta deirarcheot"-'1 austriaco Ludovico Pollak. Il braccio antico con frammento di serpente venut” in luce sulla Via Labicana, acquistato dal Petersen e donato al Museo \atl' cano, è d'un nono più piccolo di quello che manca nell’originale e sia pel >liatc riale che per l’esecuzione è inferiore ad esso, ma è tuttavia molto importa11' perchè prova che il braccio mancante non era steso con segno d’invocazi"'1* ma piegato ad angolo acuto verso il capo di Laocoonte. Il movimento del l,rK ciò destro stava quindi in relazione simmetrica col braccio sinistro. V. AUS‘ "" Zcit. 1906, Beil. n.° 13. 2 Marini, Iscriz. Altane II, nota 2. Bull. d. Int. ardi. 1867, p. 190 s. A" " di Naumans XIII, 108. (Michaelis 17, nota 40. , (,e 3 L’esposizione del Laocoonte è segnata nel disegno della Windsor ( Library. Nella Albertina, Roin. 'Schuie, IPortf. 11, 55, è un abbozzo per l’1 chia di Francesco da Sangallo (non di Giuliano, come Wickhoff e 'Vestii11 di Antonio, come ha ammesso Geymuixkk. * GreooroVius VIII3 '136. Cfr. Ltjzio, F. Gonzaga 21. Klaczko 115 s' « Vedi Forcella, Iscriz. I, 164.