Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 10. La fortuna inaudita di Cesare e la sua sovrumana fiducia, di cui parla il Machiavelli, fecero animo al papa perchè ora anche egli procedesse contro gli Orsini. Il 3 di gennaio del 1503 il cardinale ¡Orsini, colpito di cecità ma che tuttavia passava ancora le notti in giochi e banchetti, venne catturato in Vaticano, condotto a Torre di Nona e più tardi a Castel S. Angelo.1 In pari tempo furono arrestati Rinaldo Orsini, arcivescovo di Firenze, il proto-notario Orsini, Giacomo Santa Croce ed altri aderenti della famiglia. Il palazzo e tutte le ricchezze del cardinale Orsini furono confiscate da Alessandro VI. Indarno i cardinali s’interposero per il prigioniero; il papa dichiarò che la perfidia deìl’Orsini e la parte da lui presa nella congiura dei condottieri richiedevano un castigo.2 In Roma, in seguito ai numerosi arresti, regnava un vero panico. Molti fuggirono, tanto che Alessandro VI stimò necessario convocare i conservatori della città, per dichiarar loro, che ormai erano stati presi tutti i malfattori e che quindi gli altri restassero pure a Roma e si divertissero al carnevale. In quanto a questo diede egli stesso il miglior esempio.3 Il 5 gennaio Jofrè Borgia andò ad occupare Monte Rotondo e gli altri villaggi di quella famiglia condannata allo sterminio. Ma ecco che nei dintorni di Roma gli avanzi degli Orsini unitisi coi Savelli e alcuni Colonna spirando vendetta si levarono in armi, si rafforzarono in Cere e Bracciano e il 23 gennaio presero d’assalto il ponte Nomentano. L’attacco venne bensì respinto, ma il papa ne rimase talmente perturbato, che fece fortificare il Vaticano e diede ordine a Cesare d’affrettare il ritorno. * Il 20 di febbraio il papa Consigliò ai cardinali di ben munire i loro palazzi perchè v’era a temere un assalto degli Orsini.5 Due giorni dopo morì il cardinale Orsini già malato da dodici giorni e, secondo una voce molto diffusa non però superiore ad ogni dubbio, per veleno somministratogli dai Borgia. Così ebbe fine quest’uomo, che insieme con Ascanio Sforza era stato uno strumento principalissimo dell’esaltazione di Alessandro VI.6 1 Bttrchabdi Diarium (Thuasne) III. 230, (Celasi) II. 343 e la relazione dell’inviato mantovano del 3 gennaio 1503, presso I,uzio. Isab. d'Este e i Borgia XLII, 444. 2 Cfr. Dispacci di A. Giustinian I, 301 s., 312 s., secondo i quali il cardinale apparecchiavasi fin d’allora alla morte. Cfr. Bukchardi. Diarium (Thltasne» III, 232, (Celani) il, 345. s V. Dispacoi di A. Giustinian I, 313 s., 320 s.. 322. 324. Cfr. Ademollo 27. * Dispacci di A. Giustinian I, 342, 349. Sanudo IV, 654 s. GREGOBOVirf-VII3 467 ss. s Bubchabdi, Diarium (Thuasne) III, 237, (Celani) II, 351, e Dispacci di A. Giustinian I. 408. e Contrario ad un avvelenamento si dichiara specialmente I'épinois 416. « Giustinian, si attaché aux Orsini et si au fait de ce qui se passait à Rome.