342 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 1. Una folla immensa di popolo, quasi tutta la nobiltà del Patrimonio trovavasi presente neH’eterna città. Meravigliosa era la decorazione delle strade con preziosi arazzi, splendidi fiori, ghirlande, figure e porte trionfali. Tutto l’incanto del rinascimento, non che le sue ombre, fecero mostra di sè in tale circostanza. I poeti romani fecero a gara nel levare al cielo con elogi classico-pagani quel medesimo papa, che pochi anni dopo essi coprirono senza alcun riguardo delle più inaudite ingiurie. Fin dove si giungesse con indegna adulazione si può vedere dal seguente distico: Caesare magna fuit. nunc Iìoma est maxima ; sextus Regnat Alexander ; ille vir, iste Deus.1 Persone serie presero giustamente scandalo di una sì intemperante piaggeria, come il generale dei Camaldolesi Pietro Delfìni. « Alla caducità di ogni cosa umana, scrive egli ad un amico, mi fece pensare un caso ch’io ho veduto coi proprii occhi. Nella basilica lateranense il papa venne all’improvviso colto da svenimento e si riebbe solo dopo che gli venne spruzzata dell’acqua in viso»." Similmente tutta la corte la sera della festa era sfinita per gli strapazzi, la polvere e il sole. « Pensi la Ex.ia V. — scrive l’agente mantovano Brognolo — che cosa hè a cavalcare otto o diece milia cavalli tutto uno dì per una terra stretti a quello modo » dalle otto alle dieci ore in mezzo a una turba di gente.8 stampata nuovamente dal Thuasne II, 615 s. >Cfr. Cancexxieri, Possessi 51 s Atti dell'Emilia III 2, 250. Christophe II, 377 s. Arch. st. ital. 3» Serie VI 1, 187, !!*•> e gli atti presso Müntz, Les arts 251 s. ; Menotti, Documenti 1 ss. Lo scrittore della lettera ricordata qui sopra del 22 settembre 1492, che però non fu testimone oculare, ma giunse a Roma tre giorni dopo la coronazione, così ne scrive (loc. cit. 255): Fuit edam cum tam maximo pompu ac triumpho coronatus ita, qtiod autea per multos annos non tam de solemni corrmacìone alienilis pontificis rccordatii-r. Cum vero Italos de radono huius interrogasscin. ipsi hoc mi hi ol> eius tyrannitatem factum esse dicebant. Sulla belUssima medaglia dell’incoronazione, forse del Caradosso, v. Jahrb. d. prenss. Kunstsamm. Ili, 141 ; Friedländer, Ital. Schaumünzen 182 s. e tav. XXXVI. 1 Cfr. Celani, Burckardi Libcr notarum II, 172, n. 1 ; in tedesco presso Reumont III 1, 202 s. ISohnitzer (Zur Gesch. Alex. VI, 3,’ n. 1) ricorda una Egloga esistente nella Biblioteca Vittorio Emanuele in Roma (v. Cai al. dei Mss. Se.tsoria.ni) composta per 51. Galeotto del Carretto ad honore et laude di Alexandro sexto pontefice nuovamente creato. Un epigramma Ioannis Ti** ctoris (presso Thitasne erroneamente Cantoris), legum doctoris atque musici, in tandem et gloriam SS. D. N. Alexandri Pape VI, doveva cantarsi, auspice il cardinale vicecancelliere, dai cantori della cappella papale il 9 dicembre 1492 dopo l’oft'ertorio, ma per desiderio del papa ciò non avvenne: vedi Burchabdi, Diarium (Thuasne) II, 13, (Celani) I, 376, ove è data anche la poesia. 2 Thuasne II, 4. 3 V. App. n. 20 (* relazione del 31 agosto). Dal giorno dell’incoronazione sono datate le lettere spedite per ogni dove, nelle quali Alessandro VI annunzi»va la sua elezione raccomandando che si pregasse per avere un pontificato felice (cfr. Ciaoonius III, 156-157. Santarem X, 110-111. Leonetti I, 312-313. Una