Libelli veneti contro Giulio dopo la pace. 749 una pubblica festa di ringraziamento. Ma segretamente il consiglio dei Dieci aveva già deliberato il 15 febbraio di emanare una protesta contro le condizioni apposte all’assoluzione, dichiarandole nulle perchè carpite alla repubblica colla violenza!1 I Veneziani poi presero anche in altra guisa a vendicarsi del papa, che aveva tanto umiliato il loro orgoglio e costrettili a cedere su tutti i punti controversi. Essi cominciarono a divulgare libelli e calunnie contro Giulio II ; la prima di queste invettive in forma di una lettera, che Cristo manda a Giulio II, è scritta in un tono abbastanza temperato: essa deplora gli orrori della guerra, come se fosse stato Giulio II a provocare capricciosamente la lotta, mentre egli non aveva chiesto da Venezia niente altro che il suo evidente diritto.2 Come chiudeva l’orecchio agli adulatori e fix- (Hulio li e la Repubblica Veneta, dappresso i monitori pontifici (1510, -4 febbraio, estratto dal Codice Vatic. 3924), ora nella Biblioteca della Società di iStoria patria in Roma, Busta XIV c; vedi Magnameli in Arch. di detta Società XXXI (1908), 425. Nel suo lavoro De principatu dedicato a Leone X (v. qui sopra pag. 136 n. ß), presso Cian, Un trattatista del « Principe » 14, n. 1 Mario Salamoni scrive : « Omnia venetorum praeter urbis laoenia amissa vidimus, deque ipsis actum fuisset, nisi Iulii II Pont. Ro. iram turpi ter plaçassent, et per oratores scilicet, publico decreto ad hoc ipsum desti-natos, Pontificia pedibus ealcandas oervlces, universo spedante Po. Ro. suppli-eiter porrexissent ». L’epigramma di Marcantonio Casanova, De clementia lulii Pont, in Venetos presso F. Volpicella, Heroiea Marci Ant. Casanovae (1877 ; ubblicazione per nozze) 17; cfr. 40, n.° 38. Giulio II notificò l’assoluzione di Venezia alle potenze con lettere particolari (iSanuto X, 5 ; Brewer I, n.° 908). Rankf, Rom. und. germ. Völker 249, anche nella nuova edizione mette l’asso-lnzione al giorno 20 febbraio. Sui particolari delle lunghe trattative, che soltanto nel luglio 1510 condussero finalmente alla liberazione del marchese Fran-' vci> Gonzaga da parte di Venezia nelle mani del papa. cfr. Luzio, La reggenza ecc. 30 s., 42 s., 45 s.,'47, 54, 59 ss., 61-93, 65, 72 s., 74 ss., 76. Cfr. i brevi alla marchesa Isabella dell’8 maggio 1510, al marchese del 20 luglio, 2 e 10 agosto 1510. Archivio Gonzaga in Mantova. Circa questo temi» Federigo Gonzaga figlio di Francesco ed Isabella fu consegnato al papa come ' staggio. Luzio loc. cit. 78 s. 1 li testo di questo ignominioso documento, del resto già conosciuto al Romani* V. 241. in Brosch, Julius II, 290-293. Cfr. K. Hopf in Histor. Taschen-buch 4 Folge VI (1865), 131. Vedi sopra p. 693 n. 3, come il Brosch tenti difendere una tale perfidia. Sulla festa di ringraziamento celebrata a Venezia vedi Bembus 409. 2 Lettera fenta che Jesu Cristo la manda a JuHo papa II, in questo anno ]ò09, presso Sanuto X, 567-570 ; cfr. ibid. VI, 444, 463 sopra una satira contro '1 papa. Cfr. Lovarini, Antichi testi di lett. padovana, Bologna 1894; Sonetti puhbi, da p -Quintavaixe (per nozze), Ferrara 1895 e Farinelli in Rasseg. '‘ibi. a. lett. ital. IV, 245 s. In parte vennero pure da Venezia le accuse, che finlio II fosse dedito al vizio nazionale dei Greci. Il simile affermossi da parte dei francesi (cfr. W'olf il 21 e 62). L’ultimo passo trovasi nella pasquinata De obi tu Iulii P. M., che molto probabilmente devesi all’ANDRELiNi diventato francese; vedi sotto, cap. 7. Secondo il passo d’una lettera citata da Luzio (/-.a reggenza ecc. 78 n.). nel giugno 1510, quando trattavasi d’inviare Federigo •ionzaga al papa, alla corte imperiale si faceva gli spiritosi in modo sconcio.