Discorso del Caetano al concilio laterauense 823 ha peccato, così anche agli scismatici incontra un doppio castigo: l’esclusione dalla comunità dei fedeli e la perdita dei privilegi, uíñcii e dignità apostoliche. È missione del papa e dei padri del concilio di combattere e rendere innocui gli eretici e gli scismatici affinchè il male non cresca e la scintilla non diventi fiamma. Quindi il pontefice tenne una breve allocuzione in cui ricordò ai presenti il compito del concilio comprendendo in esso l’estirpazione dello scisma, la riforma della Chiesa e la crociata contro gl'infedeli. Poi .seguì la lettura delle bolle del luglio 1511 e dell’aprile 1512, non che la nomina degli ufficiali del concilio, S quali subito prestarono giuramento nelle mani del papa.1 Il 17 maggio si tenne la .seconda sessione del concilio, mella quale doveasi discutere sulla nullità del concilio di Pisa. Eran presenti più di cento prelati.2 Celebrò la Messa solenne il cardinale ungherese Tommaso Bakócz, quindi il generale dei Domenicani Tommaso da Gaeta il (Caetano) tenne un importantissimo di--corso sulla dottrina cattolica intorno alla Chiesa e ai sinodi. Egli descrisse la Chiesa come la santa città di Gerusalemme veduta da Giovanni (Apoc. XXI, 1 ss.) coi suoi mezzi di salute (i sacramenti), coi suoi apostoli, pastori, maestri e doni idi grazia, coi suoi cittadini strettamente uniti fra dì loro, come le membra di un medesimo corpo ; egli dimostrò che la Chiesa è una città, ch’essa è santa, che la città della pace (Gerusalemme), che in opposizione alla sinagoga è sempre nuova e rigogliosa, ch’essa discesa dal teielo è modellata sulla monarchia celeste. Questa Chiesa, continuò il Caetano, è governata in luogo di Cristo dal suo vicario, al quale tutti i cittadini della città debbono prestare obbedienza non solo individualmente, ma anche collettivamente. I caratteri della vera Chiesa non convengono alla comunione dei Pisani, sbucata piuttosto dall’inferno che discesa dal cielo, la quale non rappresenta che una nazione ed anche questa solo in parte; manca dell’universalità, nè mostra essere quella città, alla quale traggono popoli potenti e a cui si rivolge la pienezza del mare (Isaia LX, 5). Quest assemblea non è santa, non è legittima, è infetta d’errore, mette Pietro al di sotto della Chiesa, subordina il papa al concilio, prepone le membra al capo, le pecore al pastore; non può dirsi Gerusalemme, non avendo essa nè la pace nè la quiete dell oi dine, dando anzi opera a sconvolgere il magnifico ordine della Chiesa 1 Hergenböther Vili, 507-514. Alle fonti quivi citate si aggiunga Sa--n'vto XIV, 224, 228. Il discorso fu stampato: Oratio reverendiss. D. Episcopi sl>aiatensis habita in prima sessione Lateranensis Concila, Romae 1512 (Pan-zkb Vili, 250). Guglia, Studien zur Gesch. des fünften Lateranooncils, Wien ,s!*9; qui sono discusse le fonti e l'ordine con cui si svolsero le cose del concilio. 2 Pakis de Chassis, ed. Döllingeb 419.