912 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 8. di marmo vennero collocate sopra fontane zampillanti e sarcofagi ornati di bassorilievi. La collezione d’antichità di Giulio II «fra tutte le sue grandiose creazioni una delle più originali e più incantevoli » 1 faceva l’impressione più d’un delizioso luogo di ricreazione che d’un museo. Ivi il papa passava le poche ore libere del suo tempestoso governo. Quando nella primavera o nell’autunno il cielo romano splendeva nel suo sfolgorante azzurro, egli, appoggiato a un bastone, passeggiava fra i fiori, gli aranci, le gorgoglianti fontane e le care antichità, impartendo nuovi ordini per la decorazione del suo antiquario. Così lo trovò in un giorno d’aprile del 1510 l’ambasciatore veneziano Girolamo Donato, che dovè essere non poco meravigliato nel trovare il conquistatore di Bologna e il domatore della Repubblica di S. Marco occupato intorno a cose di giardino ed a collocazione di statue.2 Simili ricevimenti nel Belvedere però erano un’eccezione; soltanto i più stretti confidenti e gli artisti, primo di tutti Bramante, potevano avvicinarsi al papa in quei poetico luogo, dove l’indescrivibile vista gareggia 'colle opere d’arte esposte. Dal portico orientale lo sguardo vaga estatico per la vasta città colle sue chiese, chiostri, palazzi e torri, sui verdi colli, sulla melanconica campagna e verso la corona dei monti. Una più bella ideazione, così opinavano i contemporanei, non era stata più escogitata dall’età antica in poi. Le nuove scoperte di antichità accrescevano la smania di raccogliere, ma non pensavasi a scavi archeologici metodici.3 La ricerca di oggetti antichi crebbe talmente, che si fanno già rilevare le serie ' difficoltà per procacciarsene. « Appena torna alla luce qualche cosa — scrive da Roma nell’anno 1507 Giorgio da Negro-ponte — si ipreseinta un numero sorprendente di amatori». Dalla medesima lettera apparisce come già si esercitasse un vivo traffico di belle monete antiche, il cui prezzo ora aumentava ora descre- 1 Sthinmann II, <79. Cfr. presso Michaelis 9 il disegno del cortile delle statue del Belvedere eseguito dietro quello del Leìarouuxy. Le Yatican. C<*r da Beli cdère, tav. 1 ; cfr. anche Klaczko 170 s. Lutero che in genere non Interessamento nè intese tutta quella nobile vita artistica della Roma di Giu- lio II, mel suo scritto alla nobiltà ricorda il Belvedere come uno spreco inconsulto dei denari della cristianità. Hausrath 70. 2 Vedi iSanuto X, 87. 'Steikmann II, 75. 3 Contro Muntz, Antiquités 53, vedi Vogex-, Bramante u. Raffael 67. Circa 1 atteggiamento preso dalla curia apostolica riguardo agli scavi v. Arch. fioriteli. 5 serie XXI, 450. iSul ritrovamento casuale d’un obelisco presso S. Lorenz” in Lucina vedi .Lanciani I, 130. La smania di fare scoperte provocò ben pn -" il prurito di gloria col diventare scopritori, di qui le falsificazioni. iSul domenicano Tito Annio da Viterbo v. sopra p. 630, persino il capo dell’Accademici romana Pomponio Leto, ha accettato nella sua collezione alcune iscrizioni arl>i-trariamente inventate; vedi J. MDli.er, Alte und nene FiiUchun-gen in AW>»-Zeiiung 1891, nr. Ili Beik del 14 maggio.