Collezionisti d’antichità. Giulio II e la scultura. 913 sceva.1 Molte opere antiche sono passate già da lungo tempo nelle mani d’amatori stranieri.2 Sul principio del secolo xvi la ricerca da parte di gente domiciliata in Roma non era men viva. Non soltanto cardinali, come il Riario, il Carafa, Galeotto della Rovere e isopra gli altri Giovanni de’ Medici, gareggiavano con Giulio II nell’acquisto delle antichità, ma anche ricchi mercanti come Agostino iChigi, curiali come il tedesco Goritz finalmente i nobili di Roma riempivano di oggetti antichi i loro palazzi. Questi oggetti venivano collocati nei cortili (e nei giardini ed iscrizioni e persino sculture si muravano sulle pareti e per le scalinate — bella costumanza, che si perpetua ancora nella eterna città.8 Colla formazione del Museo Vaticano Giulio II diede il primo impulso alla fondazione della più ricca e grandiosa raccolta di antichità che il mondo possegga ; donò insieme un nuovo slancio alla ricerca e alla conoscenza dell’antichità e offrì eccellenti tipi e modelli alla scultura del suo tempo. Raffaello, Michelangelo, i due Sansovino, per nominare i maggiori, qui hanno imparato e ricevuto preziosi impulsi. Il papa stesso, al quale Roma doveva di possedere le più splendide antichità, adoprossi anche direttamente in favore del risveglio della scultura, facendo lavorare insigni maestri. Entrarono ai suoi servigi Cristoforo Romano,4 Andrea Sansovino e Michelangelo. Delle opere affidate da Giulio II allo scultore più grande dopo gli antichi si parlerà per disteso più avanti.5 Andrea Sansovino, che troviamo in Roma dal 1504 in poi,6 ebbe l’incarico di erigere in |S. Maria del Popolo, la chiesa prediletta dei Rovere, due grandi monumenti sepolcrali di marmo, uno al cardinale Ascanio Sforza e l’altro a Girolamo Basso della Rovere. Le due opere erano già terminate nel 1509. In una nicchia della parete, che s’eleva a guisa d’arco trionfale, giace in placida quiete di sonno la figura del defunto, al disopra la Madonna e più in àlto Dio Padre.7 La struttura architettonica è presa dall’Arco di Co- 1 Luzio, Lettere inedite di fra Sabba da Castiglione 5-6, nota. Cfr. anche Ardi. star, dell’Arte, X, 148. 2 Sull’esportazione di antichità cfr. oltre ai lavori poco esatti del Berto-lotti specialmente il pregevole scritto di Müntz, Antiquités 54 s. 3 Gbeoobovitjs VI IR 140 s. Cfr. Müntz. Raphael 590 s. ; Bist, de l'Art. II, 105 s.; Schöner 127; Burckhardt, Beiträge 836 s. e K-laczko 158 s. 4 Quali lavori venissero affidati a Cristoforo finora non consta. Si sa soltanto che il papa gli commise di approntare una medaglia col suo ritratto. Questa medaglia è dell’anno 1506; v. Areli. stor. delVArte X, 149. L’Arte X (1907), 206s. Luzio in Riv. d’Italia 1909, II, 876; Habich 91, 94. 5 Vedi il capitolo seguente. * ScHONFFxn, Sansovino 14. 7 Vedi .Schönfem) 14 s. vSempeb-Barth, Bildhauerarchitekten der Renais- sance, Dresden 1880, 11s. e tav. 14 e 15. Lktarouilly. Edifices III. tav. 239-242. «teinmann II, 85 s. Klaczko 13S s. L’Arte III, 242 s. Bode. Denkmäler der K'1 na iss ance-Skulptur Toskanas, München 1902-05, tav. 536, 533. Burìiee, Das Pastor, Storia dei Papi, III. 58