Ricchezze del cardinal Rodrigo Borgia. 321 nel disbrigo degli affari. Sono celebri le sue ricchezze, grande il suo credito per le sue relazioni con la maggior parte dei principi e re. Egli possiede un palazzo bello e fornito di ogni agiatezza, che s’è fabbricato a mezza strada circa tra ponte S. Angelo e Camlpo di 'Fiori. Enorme è la quantità delle rendite che gli provengono da numerosi benefici ecclesiastici, da mbìte abbazie d’Italia e di Spagna e dai tre vescovati di Valencia, Porto e Cartagena, oltre che l’ufficio di vicecancelliere dicono gli frutti 8000 ducati d’oro all’anno. La quantità del suo vasellame d’argento, delle sue gioie, dei suoi indumenti e dei suoi paramenti da Messa lavorati in seta e oro e dei suoi libri d’ogni disciplina è molto grande, e tutto questo di una magnificenza così fastosa, che sarebbe degna di un re o di un papa. Passo sotto silenzio l’infinita suppellettile dei suo-i letti e l’arredamento pei suoi cavalli ed anche quanto egli possiede altrimenti in oro, argento e seta, non che la sua preziosa e ricca guardaroba ed ,i tesori d’oro da lui ammassati.1 Una lettera rimasta fino ad ora sconosciuta del cardinale Asca-nio Sforza in data 22 ottobre 1484 ci permette di dare un’occhiata piena d’interesse all’arredamento eccessivamente lussuoso del Cardinal Borgia.- In detto giorno il Borgia, per altro non molto amico dei piaceri della tavola, diede nel suo palazzo una cena superba, alla quale oltre ad Ascanio convennero altri tre cardinali, fra cui Giuliano della Rovere. Tutto il palazzo, narra Ascanio Sforza, era decorato con grande magnificenza. Nella prini|a grande sala vedeansi da cima a fondo arazzi lavorati, sui quali erano rappresentati degli avvenimenti storici. Di là passivasi in una sala minore egualmente coi più vaghi arazzi alle pareti e con tappeti al pavimento, che stavano in bella armonia con gli altri ornamenti della sala. Fila questi spiccava un letto pomposo con sopra un baldacchino ornato ricehissimamente di raso rosso. In questa sala trovavasi pure la credenza del cardinale, uno stipo con un finimento sul quale in gran quantità era mesiso in imostra il vasellame *1 oro e d’argento per il servizio delia tavola, fra cui lavori d’una Perfetta finitezza, una meraviglia a vedersi. Attigue alla detta sala erano due camere, l’una di raso con tappeti sul pavimento ed un letto di parata di velluto alessandrino; l’altra, ancor più ricca, aveva pure un letto di parata, coperto di broccato d’oro e ornato u,n tutta la magnificenza possibile. Nel mezzo un tavolo coperto 1 Jacob. Volaterranus 100. Jacopo Gin®*«1«, 3* edizione «-49. Cfr. Gregorovius, Lucrezia 17, il quale tanto qui come 1' traduce CharthaginenHs con Cartagine. trovato nell’ArcUi- * V. il testo inV n. 2 secondo l’originale da me trotto *io di Stato in Milano. I’ìbtor, Storia dei Papi. III. 21