Libro III. Giulio II. 1508-1513. Capitolo 8. decorati.1 Di essa esiste ancora l’inventario,2 dal quale rilevasi quale importanza avesse per il possessore che i suoi manoscritti — di libri a stampa non ne possedeva che pochi -— fossero esteriormente ben confezionati. La maggior parte erano scritti su bella pergamena, legati in broccato e seta e provvisti di fermagli d’argento. La biblioteca privata di Giulio II era piccola, contando poco più di 200 numeri, ma scelta. L’inventario mostra senza conte-stazione, che il papa non solo possedeva interesse alla teologia e al diritto, ma altresì alla letteratura e alla storia. Accanto alla sacra scrittura e al diritto canonico s’incontra un bel numero di teologi: Girolamo, Agostino, Ambrogio, Leone e Gregorio il grande, Lattanzio, Alberto Magno, Tommaso d’Aquino e Cortesio. Vi sono molto bene rappresentati gli scrittori latini : Tito Livio, Cicerone, Virgilio, Silio Italico, CoJumella, Aulo Gellio, Terenzio, Rufino, Cassiodoro, Valerio Massimo, Svetonio, Sallustio, Plinio il giovane, Paolo Orosio, Quintiliano, Seneca, Giovenale, Lucano e Ovidio. Nè mancava una raccolta d’iscrizioni romane. A ciò ag-giungevasi una serie di scrittori greci in traduzione latina. Fra gli umanisti si trovano il Petrarca, il Boccaccio, Leonardo Bruni, Tortello, Marullo, Flavio Biondo, Vida, Brandolini e Lorenzo da Parma. Nel catalogo non è ricordata la Divina Commedia di Dante, ma una testimonianza, altamente interessante, resa nota solo di recente, dimostra che Giulio II nutriva il più vivo interesse per il più poderoso genio poetico del medio evo. Il mantovano Stazio Gadio riferisce il 13 dicembre 1510 da Bologna a Tolomeo Spagnoli Gonzaga, che il pontefice in via di guarigione da grave » Vedi Bembi Ep. funi: V, 8 (vedi Roscok II. 47. cfr. 44) e .U.iìkkU'1 ed. iSchmahsow 84-35. iPer la decorazione v. anche in App. n. .87 e SS le * r‘ fazioni del Brognolo; cfr. Qiorn.