Giulio II e Michelangelo. 927 come un tristo ; e poiché Sua Santità non voleva più attendere alla sepoltura, essere disobbligato, nè volersi obbligare ad altro.1 In seguito gli amici di Michelangelo, soprattutto Giuliano da Sangallo, fecero ogni loro potere onde riconciliarlo col papa. Michelangelo così rispondeva a Giuliano da Firenze il 2 di maggio: « E così al papa leggerete questa : intenda la ,Sua Santità com’io sono disposto, più che io fussi mai, a seguire l’opera : e se quella vole fare la sepultura a ogni modo, non gli deve dar noia dov’io me la facci, purché in capo de’ cinque anni che noi siamo d’accordo, la sia murata in Santo Pietro, dove a quella piacerà, e sia cosa bella, come io ho promesso ; chè son certo, se si fa, non ha la par cosa tutto il mondo. Ora se vuole la Sua Santità seguitare, méttami il detto deposito qua in Fiorenza, dov’io gli scriverò, ed io ho a ordine a Carrara molti marmi, i quali io farò venire qui e così farò venire cotesti che io ho costà: benché mi fusse danno assai, non me ne curerei, per fare tale opera qua : e manderei di mano in mano le cose fatte in modo che Sua Santità ne piglierebbe piacere, come se io stessi a Roma, o più, perchè vedrebbe le cose fatte, senza averne altro fastidio».2 Otto giorni dopo un amico di Michelangelo così scriveva da Roma : « Io e il Bramante avevamo sabato scorso da fare al papa durante la mensa un’esposizione circa vari disegni : prima io, e dopo la tavola venne chiamato anche il Bramante cui il papa disse: Domani Sangallo si reca a Firenze e ricondurrà Michelangelo. Il Bramante soggiunse: Santissimo Padre, Sangallo se ne guarderà, 10 conosco per pratica Michelangelo, e più d’una volta mi ha dichiarato, che non intende dipingere la cappella. Vostra Santità vorrebbe ¡bene imporglielo, ma egli non si acconcerà ad altro lavoro, tranne a quello della sepoltura. E di più diceva il Bramante : Santo Padre ! io credo ch’egli non si attenti a farlo, poiché bisogna dipingervi delle figure, che si veggano dal basso, e dove ricorrono molti scorci ; il che è ben diverso dal dipingere al basso. Al che 11 papa soggiunse: se non viene, mi fa un affronto, onde io credo, ch’egli verrà in ogni caso. Adesso io mostrai che c’ero là anch’io, e alla presenza del papa diedi al Bramante del briccone, quasi 1 Condivi 38-39. ed. Frey 74. Secondo questo autore Michelangelo giunse a Poggibonsi a due hore di notte. Ixi stesso Michelangelo disse pili tardi (Lettere, ed. Milanesi 493) che erano circa a tre ore dà notte. Il Grimm, Michelangelo 16, 517, erroneamente rende dm: hore di natte con 8 ore di sera. Nel medesimo errore incorre Frey, Studien 93. La notte secondo il computo italiano <*al 15 aprile in poi comincia alle 8 di sera (vedi Lkrbch, Eiciges Calendariwm, Münster 1877, p. 7), quindi la seconda e rispett. la terza ora di notte corrisponde alle 10 rispett. alle 11 di sera. Tale computo è stato recentemente adottato dal Frey in Dichtungen Michelangiolo's 306. Sul viaggio cfr. ora anche la versione del Condivi di Pemshl, München 1878, 74 n. 3. 2 Lettere di Michelangelo, ed. Milanesi 377 s. Guhl 123. Sembrati 272.