Malumori in Firenze. 179 >rnmamente importuno l’elemosina per qualche pio scopo.1 Acca-leva talvolta, che questi ragazzi penetravano con forza nelle ase, strappavano di mano ai giuocatori carte e dadi e persino il i-naro, confiscavano arpe, liuti, essenze odorose, specchi, ma-nere e opere poetiche portando tutto al rogo. Il malumore conti queste intollerabili vessazioni aumentava ogni giorno più, ut il Savonarola se ne rideva. E poiché di fronte a questi ragazzi molto petulanti molti cittadini ¡facevano uso del loro diritto pri-ito ricacciandoli indietro a colpi di bastone, il Savonarola asse-i/ii') loro delle guardie per difesa. Il fanatismo dei fanciulli e dei > patroni crebbe a tal punto, che — come attesta persino uno più infatuati ammiratori del Savonarola, il cronista Lan-. ci — chiunque si opponeva a questo genere di polizia del n i ivo profeta, che con poteri dittatoriali dominava ogni cosa,2 l eva pericolo d’esser messo a morte.3 Tuttavia, malgrado que-terrorismo, malgrado le molte infocate prediche del priore di .Marco, soltanto una parte dei Fiorentini aderiva al nuovo regime. Il subbuglio delle fazioni, le cui onde avrebbero poi inghiot-t.ij il capopopolo, cresceva ogni giorno, le condizioni della città evennero sempre più innaturali e insopportabili. Invece di »' "¡ere della promessa pace, tutta Firenze, ogni famiglia era lacerata da contese e discordie. In tutte la Case — così si lamentavano gli esasperati avversili del Savonarola — era scoppiata la discordia. Marito e mo-K , padre e figliuoli, in breve tutti stavano fra loro in contesa. 1 jtto il giorno pi udivano fiere minacce. La suocera cacciava di a la nuora, il marito la moglie, solo in questa cosa uniti, di vivere separati. Le donne scrivevano di nascosto al Savonarola per ¡¡irgli le trame che i loro mariti ordivano contro di lui ». Dei kfnitori abbandonavano i loro figli per entrare in un convento. ^ in dalla mezzanotte circa delle donne esaltate traevano al duomo, per ivi bisticciarsi con gli avversarii del profeta, dicendo essere ‘‘gli la vera luce e che chi non gli credeva era un eretico.4 Esse •fr. la rotazione di So.\irxzi iu Areh. il. ital. S. 8. XVIII, 8-9. 1 *'tr. Sa.m-to I, TV. I > 'fr. aopra n. I p. 17& • I’muu-xn 210. Ofr. la descrizione del Vaglienti in JUv. delie Jiibliot. IV, V. anche IIase 35. fini malcontento nelle famiglie in seguito all'azione • cfr. anche Parenti presso Scuxitzeb, Quellen u. t'orieh. IV, 100. Ma-'■"kij.i ( Ritratto di lettere ai ¡tu ri di Malia, sotto l'anno 14U5, in C‘p* male contentezze in Firenze erano grandi: chi •"■■mava una cosa e chi un'altra : il Frate chi lo amava e chi no. I forestieri 'Aleggiavano dicendo, che voi eri tif iti dalle mani de' Medici et entrati in laeiia del Frate*.