476 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 6. A tali e simiglianti espressioni quell’infelice lasciavasi trascinare dal convincimento suo attinto da visioni di avere un mandato speciale da Dio. Inoltre egli inveiva più spietatamente che mai contro tutto il clero italiano e specialmente il romano. La scelleratezza, diceva egli, comincia in Roma e va per tutto. Essi sono peggiori dei Turchi e dei Mori. Comincia da Roma ei troverai che tutti hanno ottenuto i loro benefici spirituali per simonia. Molti li cercano per i loro figli o fratelli, che li assumono con arroganza e mille peccati. «La loro superbia empie tutto il mondo e non è minore la loro avarizia. Ogni cosa fanno per danaro e le campane loro suonano ad avarizia, e non chiamano che pane, denaro e candele. Vanno in coro a vespri ed uffici, perchè vi corre il guadagno; non vanno ai mattutini perchè non v’è distribuzione. Vendono i benefizi, vendono i sacramenti, vendono le messe dei matrimonii, vendono ogni cosa. E poi hanno paura della scomunica! Come viene la sera, l’uno va al gioco, l’altro alla concubina. E :se assistono all’esequie si fanno lauti conviti ; anziché pregare .pel morto si mangia e beve e si ciancia allegramente. Ed a quali turpi vizi non si abbandonano ! Però di giorno ne vanno azzimati, portano belle camicie, son tutti lindi. Altri non conoscono pur la regola pel loro ordine, non sanno dove sia, sono pieni d’ignoranza; confessione e cura delle anime sono ad essi sconosciute. — Hanno rovinato la tua casa dalle fondamenta: non havvi più fede, non carità, non virtù. Peraltro si diceva: si non caste saltem caute! Adesso ogni precauzione è inutile, che è perfin vergogna il viver bene. Guarda se c’è prete o canonico il quale voglia vivere (Costumato! Se un prete o un canonico lo facesse sarebbe berteggiato e lo direbbero un ipocrita. Adesso non si dice più : i miai nipoti, ma mio figlio e mia figlia. Le m... vanno pubblicamente in S. Pietro; ogni prete ha la sua concubina: la turpitudine si commette svelatamente. Questo veleno è in Roma così accumulato, che Francia, Germania e tutto il mondo ne sono appestati. Si è giunti a tale, che bisogna avvisare ognuno di guardarsi da Roma, e da dire: Vuoi guastare il tuo figliolo, fanne un prete ».1 Non siamo, del resto, noi chiamati a misurare il grado di colpevolezza morale nè nel Savonarola nè in altri ; noi formiamo i giudizi nostri sull atto esterno». Con quanto iSchkitzer (Quellen u. Porseli. IV; p. cliv) dice sul valore delle censure, egli dà la prova di non essere piti su terreno cattolico. Ofr. in proposito H. Riesoh in Lit. Handweiser 1910, 408. V. anche Feaxtz, SixUis /' • 82. Cfr. pure Parenti presso Schnitzer ibid. 229. i Meieb 143 s. Per riguardo ai nuovi apologisti voglio riportar qui secondo il tenore dell’originale un’espressione in cui si dichiara che tutto è guasto. « Hanno rovinato questa casa dello amore tuo e tutto il suo fondamento, non ci è pivi fede, non più amore, non virtù morale, non cosa alcuna buona ». P00® appresso ripete ancora: «ogni cosa è guasta». Prediche sopra VEsodo f- 2-> •