Cesare Borgia allontanato da Roma. 643 del papa. Quanto poco il collegio cardinalizio si fidasse anche ora di quell’uomo pericoloso appare dalla deliberazione presa ad unanimità, di tenere il conclave in Castel S. Angelo.1 Ma molti non si tenevano sicuri nemmeno in questa fortezza poiché Cesare continuava a mettere in moto ogni mezzo onde far riuscire un papa spagnolo che fosse a lui favorevole.2 La libertà dell’elezione papale esigeva che Cesare fosse allontanato da Roma. A tale intento furono quindi rivolti specialmente gli sforzi dei cardinali italiani. Chiamati a consulta gli ambascia-tori di Massimiliano I, ¡Luigi XII, Ferdinando il Cattolico e di Venezia, si prese a trattare di ciò fin dal 25 agosto.3 II 1° settembre si venne finalmente ad un accordo. Cesare promise di uscire da Roma *nel termine di tre giorni. In cambio gli venne assicurata protezione contro eventuali assalti e libero transito per lo Stato della Chiesa. Di più il collegio cardinalizio obbligossi a dissuadere Venezia da ostilità contro i possessi romagnoli del duca. Gli ambasciatori di Massimiliano e Ferdinando il Cattolico diedero malleveria, che durante la vacanza della sede pontificia tanto Cesare, che l’esercito spagnolo e i Colonna si terrebbero lontani da Roma almeno dalle 8 alle 10 miglia; la stessa sicurtà si addossarono gli ambasciatori di Firenze e Venezia per l’esercito francese e gli Orsini.4 Subito il giorno appresso una parte dell’artiglieria del duca si ritirò da Trastevere. Cesare stesso, che in quel giorno aveva ricevuto la notizia del crollo della sua signoria sopra Piombino, Ricini e Pesaro, si fece trasportare sopra una lettiga dal Vaticano a Monte Mario. A Porta Viridaria volle parlargli il Cardinal Cesa-rini, ma jn’ebbe in risposta «che il duca non dava udienza».6 Bentosto si venne a sapere che Cesare erasi recato a Nepi sotto la salvaguardia dell’esercito di Luigi XII. Fin dal 1° settembre egli aveva conchiuso un patto segreto coi rappresentanti di Questo monarca, nel quale prometteva di mettere a disposizione del re francese le sue milizie, di porsi al suo servizio contro chiunque, la Chiesa eccettuata, e di essergli obbediente in ogni cosa c'ome un vassallo : in ricambio Luigi XII garantivagli i suoi attuali Possedimenti e promettevagli di aiutarlo nel riconquistare quelli Perduti dopo la morte di Alessandro.6 1 Bubchardi, Diarium (Thuasne) III, 245, (Celasi) H, 30(j s. 2 Dispacci di A. Gittstinian II, 157. Petruoelli della Gattina I, 442. 3 Ofr. la relazione dell’inviato dell’imperatore Massimiliano I del 27 agosto. efr p. 641, n. 4. 4 Bitkohardi, Diarium, (Thuasxe) III, 255, (Oelani) II, 363 ; cfr. Villa 323. 6 Bubohabdi, Diarium (Thtjasne) III, 256, ('Oelani) II, 363 s. ; cfr. Di- -J'icci di A. Giubtinian II, 171. Sanuto V, 80-81 e * dispaccio dejl'ambascia- !°re mantovano in data di Roma 2 settembre 1503. Archivio Gonzaga ■11 Mantova, ora stampato presso Luzio, Isab. d’Este e i Borgia XJjlI, 454. App. ai Dispacci di A. Giustiniax II, 462-4(33.