I progetti di Bramante per il nuovo S. Pietro. simo. Poiché questo progetto appare nella medaglia di Giulio II del Caràdosso,1 esso dovrebbe essere quello per un certo tempo adottato dal papa. Ma già molto presto, certo alla solennità della posa della prima pietra, un altro progetto servì di base all’edificio, concepito probabilmente a croce latina. Forse anche l’idea di circondare i bracci della croce da solidi ambulacri semicircolari, rimonta a Bramante 2 e questi ambulacri sono un ricordo dell’antica chiesa di S. Lorenzo a Milano giustamente ammirata dal Bramante. L’immensa grandezza di questo edificio insigne per la maestosa Semplicità, la purezza delle proporzioni e la perfetta armonia, che appariva un varo portico e chiesa universale, si arguisce da ciò, che il disegno del Bramante avrebbe ricoperto una superficie di almeno 24,200 metri quadrati, mentre la costruzione odierna eseguita su disegno di Michelangelo senza le aggiunte del Maderna non occupa che 14,500 mq., e perciò più di un terzo di meno.3 Il piacere che si prova nell’ammirare i magnifici disegni del Bramante viene turbato dal pensiero, che ad essi si dovette sacrificare una delle più antiche e venerande chiese della cristianità, f’er quanto la basilica di Costantino, sorta in un’epoca di decadenza artistica, fosse ben lontana dalla schiacciante sublimità e grandiosità della nuova gigantesca costruzione, per quanto difettosa nei dettagli, per quanto disuguale nei materiali provenienti da diversi paesi e disarmonica nelle sue parti, pure era sempre una costruzione poderosa, avvolta in tanti ricordi e pie leggende e resa sacra da un lungo passato di quasi dodici secoli. Da quei giorni in cui Costantino elevò il cristianesimo a religione di stato essa aveva veduto la lunga sequela di lotte, di dolori e di vittorie svoltasi nella storia del papato e della Chiesa, e ;vi aveva inseparabilmente legato il suo nome. Quanti e quanti erano gli avvenimenti mediali compiutisi entro le sue mura ! Ogni pietra nascondeva per così dire un ricordo storico; qui, in queste aule, più che altrove, il visitatore sentivasi come trasportato dallo spirito della storia.4 1 V. (; EY M l' IJ.KR tav. -■ - <'fr. I>. Fkkv. Bramante» St. l’eter-Entirurf 59 ss. Redtejìbacheb in Zeitsehr. di I.i'Tzuw XI. 308. Illustrando il disegno di Bramante JIackgvsky osserva (332) molto giustamente : « La musica di questo mutuo giuoco di curve in parte immense e armonicamente accordate ottenne il suo colorito dinamico dal maneggio della luce. Variamente sfumato, ora im-niergentesi in delicato crepuscolo, ora di nuovo scintillante in splendore diurno, un incanto di luce scorreva per gli alti portici, che nella cupola sopra la sacra "l'IMiltura diventava gloria sfavillante. Qui pure tutto «corrente e fluente in perspicua chiarezza, dominato dalla medesima alta legge, che rivelavasi nelle Proporzioni delle dimensioni dell'ambiente ». 4 Bkguont III. 1. -151- Ufr. (ìkisab. Die ulte jpeterskirche zìi Roin unii ihre fruhi sten .Insiditeli, Rom 1895. Naykis\K 140.