Il soffitto della Cappella Sistina. 933 Con tutta la libertà artistica di movimento lasciata al Maestro,1 cooperarono alla fissazione del programma Giulio II ed anche consultori teologi, i quali principalmente insistettero sul punto, che s’avesse da prendere in considerazione l’armonia coi preesistenti affreschi delle pareti.2 Michelangelo cercò ora aiuti, commise i colori e probabilmente verso l’autunno avanzato del 1508 cominciò il suo lavoro in quella parte del soffitto, che s’incurva sullo spazio pei laici separato dal resto da parapetti di marmo.3 La cosa stava tanto a cuore al pontefice, che negò a Michelangelo un breve permesso per recarsi a Firenze.4 Il 27 gennaio 1509 l’artista si lamentava con suo padre che il lavoro non andava avanti, e che aveva dovuto licenziare come inetti i suoi aiutanti.5 Così avvenne che quell’opera gigantesca, non solo per il disegno, ma altresì per l’esecuzione diventò un lavoro eseguito quasi tutto dalla mano di Michelangelo.“ Inoltre da principio egli dovette impratichirsi nella tecnica del colorire a fresco. A ciò si aggiunsero le contese di quest’artista conscio dell’arte sua, ma violento, col pontefice impaziente. Da ultimo però questi due uomini, spiritualmente così affini per il loro carattere altero e per il loro irritabilissimo naturale, si rappacificavano sempre. ■« Collo spronare e col cedere, colle buone e colle cattive, Giulio II ottenne quanto forse nessun altro avrebbe potuto ottenere da Michelangelo».7 Nel giugno del 1509 il canonico romano Albertini parla dei dipinti incominciati nella volta centrale.8 Del tutto solo, oppresso da gravi pensieri per il suo disgraziato fratello e per la miseria della vita, il maestro pieno di confidenza in Dio lavorava con ogni sforzo. I suoi unici aiutanti erano i Lettere di Michelangelo, ed. Milanesi 30, 430. Fbev, Studien 95. Steinmann II, 203. - Cfr. Kraus-Sauer II 2, 372. 3 Cfr. H. Wilson 126, 194. Symonds I, 202 s. Frey 95 s. Klaczko 70. Thode IV, 238 ; Mackowsky2 109, 115. * Gaye II, 107. 5 Cfr. Lettere di Michelangelo, ed. Milanesi 17. Quanto afferma qui Michelangelo, di non aver più ricevuto da un anno un centesimo dal papa, non è esatto, come fa notare Fkey, Studien 97. Manifestamente le parole furono scritte per malumore perchè una parte della pittura cominciava a muffire ; vedi Steinmann II, 169. 6 In contrasto con Vasari e Condivi, che dicono non avere Michelangelo avuto nessun aiutante nel suo lavoro, A. Mercati crede di poter rivendicare tale onore per due pittori di Reggio, di cui cerca stabilire i nomi ; v. Due pittori Reggiani aiuti di Michelangelo, in Atti e Mem. tper le prov. Moden. 5“ serie XII, xlvii ss. ; estratto con correzioni e aggiunte, 1920. " Burckhardt, Cicerone C44. 8 Albertini, ed. Schmaksoxv 13.