Progetti di Michelangelo pel monumento di Giulio II. 951 assai preciso, che ancora si conserva.1 Il monumento avrà tre facce e colla quarta si attaccherà al muro. In ognuna delle facciate sonvi due tabernacoli (nicchie con pilastri laterali e finimento al di sopra) su alto basamento, in ognuno dei quali due statue alquanto maggiori del naturale- Sui 12 pilastri che stanno fra i tabernacoli vengono a essere statue di eguale altezza, di guisa che la sola parte inferiore mostra ventiquattro figure : in sul piano di sopra il sarcofago colla statua di papa Giulio, circondato da quattro figure, tutte e cinque maggiori due volte del naturale; oltre a ciò sullo stesso piano superiore stanno sei statue colossali sedute. Là, dove il monumento s’attacca al muro, è una nicchia profonda con cinque statue, che, per essere più lontane dall’occhio dello spettatore, superano tutte le altre anche in grandezza. Inoltre rilievi o di marmo o di bronzo fregiano i campi fra J’un tabernacolo e l’altro. Siccome questo disegno per grandezza ed estensione sorpassava notevolmente l’originale, all’artista vennero promessi 16500 ducati, dai quali però si dovevano detrarre i 3500 già ricevuti. Michelangelo s’impegnò a non assumere altro grande lavoro finché fosse occupato nel monumento, e a fornire questo entro lo spazio di sette anni. Negli anni che seguirono, 1513-1516, l’artista consacrò tutte le sue forze all’opera gigantesca. La scultura era infatti l’arte sua prediletta, della quale soleva dire, averla succhiata col latte, essendo stata sua balia la moglie di uno scarpellino; anche nella pittura le sue concezioni erano del tutto plastiche, come mostra un semplice sguardo alle pitture nella volta della Cappella Sistina. Allo studio indefesso dell’artista debbono la loro origine (negli anni 1512-1516) le classiche statue di due giovani incatenati (prigioni), che ora s’ammirano al Louvre di Parigi2 e quella di Mosè. * Stampato in Lettere di Michelangelo, ed. Milanesi <335 s. Cfr. Sphingeb 237 s. - Magnifico oltremodo è uno dei giovani, che di solito vien detto il giovane morente, ma che Ollendorf mole si ¡dica dormiente. ,Si comprende come il Vasari potesse chiamar cosa divina queiste ligure. Dacché le statue furono tratte fuori dal nascondiglio dei fastelli francesi, esse sono state universalmente riconosciute come capolavori di [Michelangelo. Cfr. (Sìpbinger 240 s. Lubke. Piantili 728. Muntz, Hist. de VArt III, 888 s. Klaczko in Revue des Dcuv Monile» CXIV (1892). 891; G. Batkt, Les esclctves de Michelango, in Bull, de la Soc. de» aulii/, de Frutice 1901 : J. Dance, Studien iiber Michelangelo, Strass-burg 1910, 3 ss. e specialmente Grimm I®, 420s. Quest’ultimo dice, che la delicata l>ellezza del giovane morente è forse pili penetrante che la imponenza del Mosè. « Io mi domando : quale opera di scultura nomineresti la prima, ove tu avessi a fare il nome della migliore? — La risposta è bell’e data: Il giovane morente di Michelangelo. Quanto alla purezza nell’interpretare la natura, non si possono paragonare a questa statua che le migliori opere greche». Lubke loc. cit. crede che le due statue del Louvre fossero lavorate