Documenti inediti e comunicazioni d'archivi. N. 132. 1119 et questo faceva per essersi inteso che havevano proposto allo Imperatore de farlo papa, cosa non mai vista et inaudita. Questa notizia trova la sua conferma presso Jovius, Alphonsus, 170, e pare che accenni alla stessa cosa l’ambasciatore veneziano in Boma il 3 e 5 di novembre 1511 (Sanuto XIII, 255). Morsolin crede di trovare un’allusione al disegno di Massimiliano di diventar papa anche in una moneta satirica del see. xn; vedi Riv. ital. di numismatica A° Vili, fol. 2. Del resto trattandosi di Massimiliano così fecondo d’idee strane non bisogna far troppo caso di simili espressioni e di queste momentanee aspirazioni. Basti ricordare a questo proposito come Massimiliano si contenne durante i negoziati per l’elezione di Carlo V a imperatore; cfr. Mittheil. d. osterr. Instituís XI, 45. Contro l’opinione di Goei>eke, iche S. Brant abbia dato il suo assenso all’utopia dell’imperatore, vedi Knepper, Na-tionaler Gedflnke 176, n. 2. Becentemente Al. Schulte (Kaiser Maximi-lian I, ais Kandidat für ¡den pdpstl Stuhl 1551, Leipzig 1906) ha sottoposta a nuova minuta indagine la questione; egli rigetta come insostenibili le ipotesi di Jiiger e Ulmann e sostiene il parere che nel 1511 Massimiliano realmente aspirò al papato. B. IIoltzmann in Theol. Lit.-Zeitung 1906, n." 21, col. 180 ss., conviene nella sostanza, ma quanto alle considerazioni finali di Sch. osserva (581 s.): ((In generale tutto il progetto, il più bizzarro, che sia scaturito dal fantastico cervello di questo imperatore, mi pare meno fatto per meditazioni sulla decadenza dell’idea imperiale e papale che caratteristico per la persona del più strano di tutti gli Habsburg, per la natura del suo spirito e per gli stravaganti progetti, ai quali all’ occasione si abbandonava ». Si esprimono aderendo al lavoro di Sch. anche G. S(eeliger) in Hist. Viexrteljahrsschrift IX (1906), 444 e Hirn in All. Uteraturblatt (Wien) XVII (1908), n.° 12, col. 363. Ulmann invece nella Deutsche Lit.-Zeitung 1907, n.“ 1, col. 30 ss., si mantiene fermo nella sua ipotesi, che Massimiliano abbia aspirato per sè soltanto alla signoria politica sullo stato della Chiesa unitamente all’elezione d’un papa dipendente da lui, probabilmente Adriano da Cometo (v. ibid. n.° 4, col. 240 s., la risposta di Schulte con breve replica di Ulmann). Bernays (nella Hist. Zeitschrift CII [1909], 125 s.) reputa non decisivi gli argomenti di Schulte contro Ulmann: « se anche» » così egli (126) « le intenzioni di Massimiliano furono transitoriamente rivolte alla stessa sede pontificia, rimane tuttavia in piedi la dimostrazione di Ulmann, che Massimiliano, e questo è ciò che più importa, dal 1507 mirò a incamerare lo Stato pontificio. A prova di ciò può addursi anche la seguente interessante testimonianza: Fr. Vettori, che aveva rappresentato Firenze presso Massimiliano nel 1507 e 1508, quando discusse con Machiavelli, il 12 luglio 1513, la situazione del mondo, espresse la sua convinzione, che l’imperatore con tutte le sue mutevoli misure non perseguisse altro scopo che quello di posseder Roma e tutto quello possiede la Chiesa come vero e legittimo Imperai ore. E questo giudico dalle parole sue, le quali ha dette me presente, et ancora ad altri (Opere di Mach., lettere familiari). L’accenno di Vettori all'idea di Massimiliano che come imperatore egli dovea essere signore dello stato della Chiesa, può condurre esso pure a dimostrare completamente l’ipotesi di Ulmann ». Sàgmuller giudica (in Liter. Rundschau 1906, n.° 9, col. 414 s.) che anche il lavoro di Schulte « non ha