Attività riformativa precipitata e in parte esagerata del Savonarola. 177 zione quando il 17 novembre 1494 l’inviato mantovano riferisce: Un frate di S. Domenico ha messo in tanto sgomento la popolazione, che tutti si sono dati alla pietà e tre giorni della settimana non si cibano che di pane e d’acqua, e in due giorni prendono solunto pane e vino. Le fanciulle e in parte anche le donne maritate -i sono ritirate nei chiostri, di maniera che in Firenze non si veggono più che giovanotti, uomini e vecchie».1 Ma è un fatto che in seguito alle prediche del Savonarola, recitate certo con retta intenzione, l’ingresso di persone di mondo nei chiostri avveniva in modo eccessivo.2 Si arrivò a tal punto che bisognò ribas-are la tassa, che i macellai avevano da pagare allo Stato, a causa !<■! disastro finanziario totale che li minacciava. Il digiuno è certo una buona opera, ma quel tal digiuno era esagerato, non poteva affatto durare e doveva produrre una reazione. Il frate domenicano nel suo zelo esagerato proibiva anche certi divertimenti mondani lecitissimi.3 I mezzi che il Savonarola raccomandava per attuare la sua riforma erano di carattere assai rigido secondo l’indole del tempo. Il gioco pubblico era subito punito con la tortura, i bestemmia-uri con la perforazione della lingua.4 Esigeva con tutto rigore !<> spionaggio della servitù verso il padrone di casa, come pure non rifuggiva dall’immischiarsi nella libertà della vita domestica, tenuta sempre a Firenze in alta considerazione. I più bruschi ntexzi coattivi, lo spionaggio e la delazione dovevano insieme “»operare a stabilire nella vita di tutti i cittadini una perfezione pinta a tal grado che non sarà mai possibile, se non a pochi. Che i! Savonarola con la sua unilateralità e grettezza d’idee fosse in tondo l’uomo più inetto5 a compiere effettivamente un cambia- 1 Arch. slor. lomb. I, 331. Ciò prova anche la relazione del Vaglienti : Infinitissimi figliuoli d’uoinlni da bene lasciavano i padri loro e le loro madri • gittavansi alla religione .sotto el suo mantello; e non che giovani della terra, 1,1:1 cittadini e quali avevano avuto moglie e figliuoli lasciavano e loro figliuoli fat^nvansi frati». Raxdi, Savonarola giudicato da Piero Vaglienti cronista "remino (Firenze 1893) 49. 2 Simoxe Felipefi ( ViLa. ahi-Casanova -477) ricorda che nella casa Strozzi ■Ararono nel chiostro sei fratelli. 'fr. Oaspaby II, 199 e <¡04. Anche Symonbs (The Age of the Despots 413) 1 '« tutta la sua simpatia pel iSavonarola rileva che quanto era di esagerato non sano nel puritanismo del S., parziale e non tagliato al temperamento ■'Uano, fu la causa per cui la sua riforma non poteva avere fermo piede ed era immancabile una reazione. 4 Hohbinc.eb 853-854; cfr. Pastor, Zar Beurtheilung Savonarola's 54 s. ■••'cab (4«) osserva : « Whatever may be thought of the wisdom or unwisdom inflicting such penalties in an age very different from our own, it may at M1*t be doubted whether it formed a part of the office of a Christian prea-lu>r Ul stir up the civil magistracy to this particular form of activity ». , 5 Giudizio di Bubckjiardt II*, 249 s., il quale osserva : « Quello che più l*rdt in Ginevra rinsci S0i0 a stento al ferreo Ualvino, di ottenere cioè, me- PA»K>a, Storia iti Popi. IH, 12