Attività di Giulio per la vita interna della Chiesa. 847 papa contro Mirandola.1 In quella circostanza il papa trascinato dal suo focoso temperamento offese senza dubbio gravemente il decorum clei^cale e un biasimo acerbo su questo punto è altrettanto giustificato quanto quello sui trasporti di subitanea ira aii quali così spesso si abbandonava.2 Inammissibile però ed ingiusto è il generalizzare dicendo che Giulio II fu « uno dei più profani e meno sacerdotali fra i pontefici » e che in lui non si nota « un’orma di cristiana pietà » e che col suo sentimento tutto dietro a cure temporali e guerresche egli non abbia punto potuto darsi pensiero in generale dei doveri e negozi ecclesiastici.8 Le ricerche moderne, che lin generale sono tornate in favore della memoria del papa Rovere, hanno al contrario mostrato, che le aspirazioni di Giulio II non si risolvevano affatto nella restaurazione del potere temporale della Chiesa e che gli stettero a cuore gli interessi meramente spirituali molto più di quanto s’era finora creduto.4 Il diario del maestro di cerimonie Paride de Grassis, che non chiude per nulla gli occhi sulle debolezze del capo della Chiesa, attesta in molti luoghi, che Giulio II adempiva fedelmente e coscienziosamente ai suoi doveri ecclesiastici. Solo che glielo consentissero le condizioni di salute, egli prendeva regolarmente parte alle sacre funzioni : e allora il suo sentimento di fede talvolta veniva ad essere espresso in una forma, che difficilmente si aspetterebbe in un carattere cotanto ruvido. Nell’adorazione della Croce il venerdì santo del 1505 egli dimostrò tale venerazione per il segno della redenzione da potere a pena padroneggiare l’interna commozione. « Con somma pietà, scrisse nel suo diario il maestro delle cerimonie del resto sì asciutto, il papa ha baciato la santa 1 Guicciardini IX, c. 4. L’osservazione venne generalizzata già da Francesco I (cfr. Fabronius, Leonis X, Vita 280) e fra gli scrittori {moderni particolarmente dal Gregorovius Vili3 i67 [108. Brandi (Die Renaissance in Fiorone u. Rom 3 170) pensa egualmente : Anche Giulio II non era un prete, ma era un uomo deano d’ammirazione. Sulla grande ingiustizia di Machiavelli nel giudicare Giulio II. efr. Tommasini, Machiavelli I, 324 ss., il quale espone bene perchè Machiavelli, dotato di tutt’altro spirito, non potè comprendere Giulio II. In proposito Pellegrini nel Giorn. stor. d. lett. ital. I (1883), 463 s. 2 Cfr. sopra p. 768 s. e 81i3. Un’offesa al decoro era anche quella di andare talvolta a caccia. Sbaglia però il Maitldf.. Machiavelli II, 273, quando enumera anche la pesca fra la caccia proibita agli ecclesiastici. Cfr. anche i gretti giudizi su Giulio II dei cronisti Nardi e Cambi addotti da Rocca, Cerretani 40. 3 Gregorovius VIII3 108. Gisi 02 e Tschackert 5. tCfr. in contrario Artaud i® Monto» IV, 213. i cfr. I/trzio nel Corriere della Sera 190S, n.° 253 e La reggenza d'Isab. d'Exte 40. Qui questo ben noto storico si dichiara decisamente contro l’esa- gerazione di quegli storici, che A'eggono in Giulio II soltanto un papa politico: È un errore: Giulio II, creatura titanica in tutto, avera un ideale altissimo della sua dignità di »ornano gerarca: forti convinzioni religiose, sincero desi- derio di risollevare le Chiesa dal brago in cui i Borgia l’avevan cacciata.