116 Introduzione. il Pontano, quale docile discepolo del Beccadelli, scrisse poesie, nelle quali viene imitata tutta la licenziosità dell’ultimo periodo dell’antichità romana. Molte di queste produzioni sono pervase da un cinismo ributtante. La sua descrizione della vita frivola ai bagni di Baia è piena di ardente sensualità. Divenuto ormai vecchio egli compose dei carmi scollacciati intorno alla ecostumatezza della sua propria vita. Una figura affine è il discepolo del Pontano, Michele Marullo,1 il quale nei suoi inni alla natura celebrò i singoli dèi dell’antichità quasi come fossero realtà esistenti. «Avendo Erasmo trovato il modo di poetare troppo poco cristiano, il suo giudizio fu interpretato come un’offesa contro gl’italiani fatta a bella posta, e in tuono di beffa dicevasi: desiderare muse cristiane è lo stesso che desiderarle barbare».2 Il Pontano creò in Napoli il centro di un circolo di dotti, che prese il nome di Accademia Pontaniana. Come nell’accademia romana di Pomponio Leto anche qui i soci presero dei nomi latini: così il Pontano si chiamò Iovia-nus invece di Giovanni, il Sannazaro fu detto Actius Sincerus.3 Il Galateo, socio parimenti di questo circolo di letterati, è l’autore di un notevole dialogo, che porta il titolo di Eremita. Questo componimento non contiene soltanto vivaci insolenze contro il clero e violente accuse contro Roma, ma vi si attaccano con serietà ed ironia anche dommi della fede ; sono posti in dileggio insigni personaggi della storia sacra e biblica e viene schernito addirittura !»an Girolamo per le sue declamazioni contro i classici pagani. Ma il bizzarro scritto termina poi con un fervido inno alla Vergine! * » tir. Iuijub <'ae»ah Scalioeb, Poeticcs lihri septem. Lione 1580, 1. 7, c. t p. 7(8» ss. ; J. Bbunb, Michael Marullus, in /’miss. Jahrbiicher I.XXIV (1893), 105 ss. ; Qioi'n. stor. d. lett. Hai. LX1V, 318 ss. : Cfxam, lok. Burckardi Libcr notanti* I, MS; Hgmni et epigrammata Marnili, presso _V. iSathah, Doni menti inèdita poiir servir lì Vhistoirc de la Gri'ce ali moyen ilyc VII, Paris 18S8, 173 ss. iMiirullo ora oriundo bizantino. 2 Gotiiein 34. 437 s„ 439 s., 440 s., 537 s., 5IM e iGaspaRY li. 299 s., 301 ss.. 307 s., 317 s. Ofr. anelie L. Geiger, Krasmus in Italicn, nella rivista /tic Natimi V (1887-88), 319 sj. ; Idem, Vortràge mul Verruche, Dresden 1890, 4!) s. ; M. Koii-wunder, M. Marullus (dissert.). Kiinigsberg 1921. » Gaspaky li, 301. TaIXaMc.o, /’ontano, Napoli 1874i, 120ss., 136-139. ISrins loc. cit. 108 ss. MonnIeb, Quattrocento 209 s. ; Lezio-Rkmer, Colt, e rela:, lett. d'Isab. d'Exte II 7. 29Sss.. 308 ss. Apparteneva nirAccademia I’ontaniana anche l'umanista « poeta uaiioletauo più giovane Marcantonio .Epicuro: cfr. K. Pkr-coho, in Uiorn. itor. d. lett. Hai. XII (1888), 1-76. Sul TunslUo, l'autore del volgarmente sudicio l'indenimiatore, cfr. F. Fi.ami.ni, Sulle poesie del Tannilo di genere cario, Pisa 1888 (cfr. (ìiorn. stor. d. kit. ital. XII [1888], 450ss.>. « GoTHKtN 462 s.. che utilizza il dialogo di Galateo quale esiste in uu manoscritto della Biblioteca di Napoli, e « poiché non è da aspettarsene si in brevo una imlihllcnitione », ne dà uua minuta analisi. Gli è sfuggito che il dialogo trovasi giil stampato da qualche tempo nella Collana di scrittori di Terra A’Otranto II (Lecce 1875). 1 ss. A. N. Barone (Hindi sulla vita di .4. Galateo SS) sfuggirono poi le dilucidazioni del Gotuein. Egli crede (p. 80) cho il «liu-