892 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo H. Anche molti contemporanei provarono un doloroso sentirne] o al pensiero che dovesse scomparire la più famosa basilica de: a cristianità coi suoi interessantissimi monumenti e memorie millenarie. Fin dal tempo di Niccolò V, allorché sorse la prima idea di atterrare questo tempio così intimamente unito colla storia del papato, l’umanista cristiano'Maffeo Vegio erasi fatto interprete di tali sentimenti.1 Questa volta l’opposizione si manifestò ancor più forte: sembra che|quasi tutto il collegio cardinalizio si dichiara—e contrario al disegno di Giulio II. Narra il Panvinio che Giulio II neila sua idea di demolire l’antico S. Pietro ebbe contraria gente di tutte le classi, specialmente i cardinali ; non che questi fossero stati avversi alla costruzione d’un nuovo e magnifico tempio, ma perchè loro dispiaceva vivamente che venisse distrutta dalle fondamenta quell’antica basilica, venerata in tutto il mondo, cont-crata dalle tombe di tanti santi ed insigne per i più importanti ricordi.2 L’opposizione contro la nuova fabbrica di S. Pietro durò an e dopo la morte di Giulio II. Nei fa fede un dialogo satirico tra S n Pietro, il Bramante e il bolognese Alessandro Zambeccari composto da Andrea Guarna di Salerno e apparso nel 1517. Il Bramante si presenta alla porta del cielo. S. Pietro domanda : « È o-stui il distruttore della mia chiesa?» Il Zambeccari dice di sì e l aggiunge: «Egli avrebbe distrutto anche Roma ed il mondo intero se lo avesse potuto». S. Pietro chiede al Bramante: «Perchè hai tu distrutto la mia chiesa in Roma, la quale soltanto per la sua antichità riduceva a Dio anche gli uomini più increduli?» Il Bramante si scusa dicendo, non lui aver distrutta la chiesa, ma gli operai e ciò per ordine di Papa Giulio. « No » — replica S. Pietro — « non è così ; tu hai indotto il papa Giulio a demolire la chiesa, sotto la tua direzione e per tuo ordine gli operai hanno agito. Come hai potuto tu osar tanto?» — «Per alleggerire un poco la borsa piena del papa » risponde il Bramante. AH’altra domanda di San Pietro, se cioè il Bramante abbia messo in opera il proprio insegno, questi risponde: «No; Giulio II fece bensì demolire l’antica chiesa, ma per la costruzione della nuova non ha aperto la sua scarsella: non diede che indulgenze, e del resto fece guerra». In seguito il dialogo si fa ancora più audace e bizzarro. Il Bramante vuole entrare in cielo, ma solo a queste condizioni : « Innanzi tutto deve scomparire l’ardua e difficile via che dalla terra mena al cielo. Io voglio costruire una nuova strada comoda e larga, di modo che 1 Ofr.* il nostro voi. I. 519 (ed. 1931). 2 I a notizia era del Paxvimi k. De /’"i antiquis cccl. bmiUcac S. Pclri. fu data in luce la prima volta da Fea, zìe 41 : essa trovasi nell’edizione del Mai, Spictl. IX. 365-360. Il I’anviM ’ ricorda qui espressamente un modello in legno del Bramante.