Machiavelli contro la religione cristiana e i papi. 141 che pii attivi. Essa ha posto il sommo bene nella umiltà e nell’abiezione, nel disprezzo delle cose mondane; quando l’altra lo poneva nella grandezza d’animo, nella forza del corpo ed in ciò che rende audaci gili uomini ».1 Come della religione cristiana, così anche della Chiesa, del suo primato e del suo sacerdozio, questo scrittore, tutto pieno di partigiano ossequio verso le antiche idee pagane, non conosce che la caricatura. La quale religione — scrive egli ipocritamente e in contradizione coi fatti manifesti — « se si fosse mantenuta quale venne istituita dal suo fondatore, le cose sarebbero procedute altrimenti e più felici assai sarebbero stati gli uomini. Ma quanto essa siasi invece alterata e corrotta può vedersi da questo, che i popoli i quali si trovano più vicini a Roma, sono quelli appunto ‘ he meno ci credono».- Il Machiavelli che qui imputa alla Chiesa 'luanto avveniva a danno di essa, sapeva pur bene, che con questa ^ua odiosa spiegazione egli veniva a trovarsi quasi solo. «Perchè vi sono alcuni i quali credono — dice egli stesso — che il benessere d’Italia dipenda dalla Chiesa di Roma, voglio addurre contro di essa due ragioni principalissime». La prima di esse non è che una ripetizione di quanto egli aveva osservato innanzi, che cioè a causa del cattivo esempio della corte romana l’Italia avesse perduto ogni pietà e ogni religione!3 Questa asserzione contraddice direttamente alla verità;4 lo zelo per la religione cristiana filile labbra di un uomo, che nel medesimo tempo dichiara il Cristianesimo pericoloso per lo Stato, non abbisogna di essere più lumeggiato. La seconda obbiezione è simile per valore alla prima, poiché essa vuole che solo i papi siano da incolpare della discordia 1 l>i*cor*i II. c. 2; cfr. Vixxabi II2. 302 s. ; Tomm\8ixr II, 722 s. - Discorsi I, c. 12. Vnj.Aiti II2, 300; Hiitler 73: M. Rittbr. Dir Entwicklung iter (leschichtneisxenschaft, München u. Berlin 11)19, 142 s.. 144 s. Quanto >ia ingiusto voler col .Machiavelli gettare sui soli papi la responsabilità dei ■¡¡sordini politici d’Italia, vien fatto notare dal Wbgele, Dante' s Leben (3* ed. •iena 1S79) r>. ( 'fr. la citazione del nostro vol. I, 23. n. 2 (ed. 1931). V. anche H' n.KH in Jlist. poi. Hl. XLVII. 424: Fueteb, (ìesch. der neueren Historiographie '• *n forte avversione di (M. al spapato ha specialmente la base politica che egli « ad esso principalmente ascriveva la colpa dell’Italia in frammenti (Discorsi Livio I. 121. Per lui, totalmente irreligioso, il papato come Istituto religioso, non esiste affatto ». Tommasixi (II. 710 ss.) tratta deU’ostilitä politica di M. ai papato approvando dal punto di vista di un moderno italiano avverso alla •Illesa. « I.a prima è. che per gli esempi rei di quella corte, questa provincia ha Perduto ogni divozione ed ogni religione». Discorsi I, c. 12. Cfr. Tommasim II, 70(5. * 1 fr. quanto esponemmo sopra p. 10 ss. MArT.nK (Origines 123) osserva r"titro il Machiavelli, che non la Curia ha guastato l'Italia, ma che invece la irruzione degli Italiani intaccò anche la Curia.