La « Disputa del Sacramento » 975 rioso, in modo che è visibile anche la piaga del costato. Come nelle rappresentazioni del giudizio universale egli è circondato da Giovanni di Battista e da Maria. A Lui, « Agnello che toglie i peccati del mondo», accenna l’austero e grave Giovanni Battista seduto dall’un dei lati, mentre dall’altro la beatissima Vergine, colle mani compresse sul seno umilmente s’inchina per adorare il Divin Figliuolo. A questo gruppo centrale corrispondono da ambo i lati gli eletti del cielo, «i gran patrici | di questo imperio giustissimo e pio», come dice Dante ;1 essi, raggruppati con arte finissima, stanno as-sisi alquanto più in basso in un semicerchio parimenti sopra un cumulo di nubi avvivato da leggiadre teste dì angeli. « La ripartizione di tutta questa abbondanza di figure, che è la cosa più propria di Raffaello, il quale per li personaggi prima descritti potè invece ,risalire a tipi più antichi, è mirabile tanto per chiarezza che per simmetria. Egli fa sì che i rappresentanti dell’antico patto si alternino cogli eroi del nuovo e ripartì questi ultimi in certo modo secondo le diverse categorie dei santi: Apostoli, autori dei libri sacri, consanguinei di Cristo e martiri, i primi, invece secondo le diverse epoche. Insieme egli mantiene quest’ordine, che sempre i personaggi seduti uno di fronte all’altro 'in egual successione hanno delle attinenze reciproche o si seguono uno dopo l’altro».2 Nella scelta e nell’aggruppamento dei santi gli furono di guida le preghiere della Messa e l’immortale poema dantesco.3 La serie degli eletti comincia a sinistra con san Pietro. Come maestro e custode della fede il venerando vegliardo tiene in una mano un libro, nell’altra le chiavi; egli guarda pieno di ferma fi- così scriveva I'Overbeck intorno alla Disputai: «Qual cielo ci si dischiude al primo entrare ! lo sguardo cade tosto sulla maestà di Dio e dell’Unigenito’ Figlio pieno di grazia e di verità ; giammai forse nella pittura è stato creato alcunché di più sublime di questa gloria della Disputa. Si vede 11 cielo afperto e si resta rapiti come Stefano». Allo, conservativo Monatschrift (1887) II, 1283. 1 Dante, Parad. XXXII, 116-117. 2 Sprinceb 163 (2* ed. I, 223). Bolk, Meisterwerke der Malerei 68, intorno alle 12 figure che circondano Cristo osserva quanto segue : « Mirabile è la disposizione del personaggi, che rivelasi in due note caratteristiche, nel sedere gli uni accanto agli altri e nel sedere reciprocamente di fronte. Quanto al primo, allato ad ogni singolo personaggio dell’A. T. ne troviamo uno del Nuovo, poiché nel cielo non si fa alcuna distinzione fra Antico e Nuovo Testamento, essendo che quelli che quivi si trovano, ricevono la loro gloria daliuno e medesimo Cristo, che anche in tal senso è l’alfa e l’omega (Apoc. I, 8). Quanto al secondo ci colpiscono alcune attinenze di quelli che si seggono di fronte. L’artista cioè vuole designare le istituzioni di Dio per la salute dell’umanità e la vita virtuosa che mena in cielo». L’autore viene poi dimostrando questo nei particolari con stile brillante ; forse però ¡si legge troiaio entro 11 quadro. 3 Ciò, per quanto io sappia, è stato fatto rilevare la prima volta da Hagen 127 s., 132 s., 139 s. iCfr. ora le importanti illustrazioni di Kraus, Dante 659.