Il profeta Girolamo (la Siena. 195 i *li recavasi invariabilmente all’altare della Madonna, dove pro-n ato al suolo se ne stava lungamente in preghiera. Ogni sera faceva sonare la campana del duomo e insieme coi molti devoti ivi accorsi recitava la Salve Regina. Questo singolare eremita ’ rovava in mezzo al popolo ogni giorno più seguaci. Al che contri-i uiva specialmente lo straordinario rigore di vita del nuovo profeta. Acqua, pane e radici d’erbe formavano il suo unico nutri-nto, suo letto era la nuda terra. Egli non accettava elemosine; ùi quanto gli si dava, egli si serviva per provvedere di candele l'immagine della Beata Vergine, per far preparare un nuovo lampadario e un altare speciale nel duomo. Come un laico qualunque senza il permesso dell’autorità ecclesiastica potesse esercitare ■ azione, si spiega sopratutto col fatto, che l’attività milanese ì :l’eremita toscano cadde in un tempo di grande scompiglio pubblico. Ma tutto questo movimento non poteva non incontrare i l tempo qualche opposizione, t\anto più che Girolamo da Siena iva in violentissime invettive contro i preti e specialmente conti < i frati. Non passava predica senza simili tirate. Il numero dei .uaci del predicatore cresceva ogni giorno specialmente fra il so femminile. Citato dall’autorità civile ed ecclesiastica a ren- ■ r conto del suo operato, Girolamo dichiarò secco secco, esser egli venuto per annunziare la parola di Dio. Un bel giorno un frate se in faccia a quel predicatore senza missione, ch’egli era scomunicato, perchè la Chiesa permetteva di annunziare la parola di Dio soltanto ai preti, ai diaconi e ai suddiaconi. L’eremita sd ap- - lò all’esempio di S. Paolo, il quale senza ordini sacri aveva con-‘ tito il mondo. All’obbiezione, che il grande apostolo possedeva la -zia dello Spirito Santo, Girolamo replicò con fermezza: «anche >“ >ono mandato da Dio». I continui attacchi al clero e il turba- i i“nto delle sacre funzioni nel duomo a causa delle sue prediche '■ i ro sì, che finalmente le porte del duomo venissero chiuse all’e-r,,màta. Questi allora levò via le sue tende e il 28 dicembre lasciò : 1 città, nella quale i suoi partigiani non si acchetarono che dopo qualche tempo.1 Un’altra apparizione incomparabilmente più pericolosa fu un c, rto fra Bonaventura, che nel maggio del medesimo anno 1516 si presentò in Roma spacciandosi pel papa angelico da lunga pezza Preannunziato e come redentore del mondo. Con tutta probabilità tanto in questo come negli altri profeti di quel tempo si ha un influsso del Savonarola, le cui idee combinavano perfettamente con •luelle dai Gioachimiti e di Telesforo, come non è parimenti un Prato. Storia di Milano in Arch, »lor, ita!. Ill, 357-389; cfr. Ibid. 431-132 1 r*",onto di Burigozzo. V. anche Kìidocanachi, La riforme en Italie I, Pani» »*». 5*0 ss.