960 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 10. questo dipinto sostenuta da bellissimi angeli. La figura della teologia, che all’artista fu certo ispirata dalla Beatrice di Dante,1 spira dolce severità e mite sublimità. Il serto d’ulivo sul capo della sacerdotessa allude alla sapienza divina; il velo magnificamente mosso è di color bianco, il manto verde, la sottoveste rossa — sono i colori delle tre vitù teologali, fede1, speranza e carità- Nella mano sinistra la teologia sostiene un libro,2 mentre la destra con gesto grave e solenne accenna in giù al gran dipinto della parete, che rappresenta i campioni della tradizione e della scienza insieme raccolti intorno al mistero più augusto e al vero centro del culto cristiano. Qualche cosa di grande ancora ci ha dato l’artista nel rappresentare la poesia. Vaghezza, grazia ed entusiasmo sono a meraviglia espressi in questa figura, che tiene nella destra un libro, nella sinistra una lira. Il serto di alloro che le adorna il nobile capo allude alla gloria dell’arte, le poderosi ali, il nastro omerale seminato di stelle, la veste azzurra, le interne movenze di tutta la figura accennano al volo dell’immaginativa. Gli occhi fiammeggianti per estro poetico sono incomparabili. Questa figura sembra veramente mossa dal soffio della divinità,3 come dice l’epigrafe sorretta da piccoli angeli. Reminiscenze antiche e forte simbolismo presenta la terza figura di donna, la filosofia. Essa sta assisa come in trono sopra un sedile di marmo, nella cui spalliera si scorge l’immagine di Diana Efesina disegnata su un antico modello.4 L’abito nei suoi colori e ricami .simboleggia i quattro elementi : in alto azzurro seminato di stelle — la luce, poi rosso con salamandre — il fuoco, verdemare con pesci — l’acqua, finalmente lionato con piante — la terra. Il diadema sopra la fronte è fermato da un carbonchio rosso fulgido. Quasi che non gli bastasse questo simbolismo, l’artista pose in mano alla figura due grossi libri, che recano le parole moralis e naturalis, mentre i genii alati delle due parti sorreggono delle tavolette colla scritta : causarum cognitio. 1 Dante, Purgatorio XXX, 31 s., 07 j. Cfr. Platnkr II, 1, 333. 2 Nelle precedenti edizioni io avevo detto esser questo libro la Sacra Scrittura. Era una congettura ed ora concedo allo iSohbörs (Zit sehr. f. christl. Kunst XI, 370), che non v’è bisogno di «ostenere tale opinione. Ma quando lo Schböbs mi fa dire : '« la disputa significa hi tradizione ecclesiastica », egli dimentica ch’io avevo parlato di « tradizione e di scienza ». s Numine affiatar, secondo Virgilio, Eneide VI, 50. * Anche la testa di Socrate e la statua di Apollo nella Scuota d’Atene sono disegnate secondo un’antica gemma ; un cavaliere nell’incontro di Attila con Leone I è imitato dalla colonna Traiana. Un maggiore influsso dello studio dell'antico si nota soltanto nelle opere, che Raffaello produsse al tempo di Leone X. Cfr. C. von Pulsky, Beitrüge au Raphaels Studium der Antike (Leipzig 1877) 4S s. V. anche Thode, ¡Die Antiken in den Stichen Marcantoni 28.