Creazioni cardinalizie di Giulio II. 673 Rovere, fratello del cardinale Clemente, Antonio Ferreri, vescovo di Gubbio, Francesco Alidosi, vescovo di Pavia, Gabriello dei Gabrielli, vescovo di Urbino, Fazio »Santori, vescovo di Cesena, Carlo Domenico del Carretto, marchese di Finale e Sigismondo Gonzaga. Ad eccezione di quest’ultimi due nuovi porporati si trovavano tutti a Roma ; il 17 dicembre essi ricevettero il cappello cardinalizio e furono loro assegnate le chiese titolari.1 Dopo questa creazione cardinalizia la preponderanza sui cardinali era decisa,2 per quanto non fosse ancora per lungo tempo soffocata ogni tendenza all’opposizione. Galeotto della Rovere con sommo dolore del papa e dei Romani moriva fin dall’ll settembre 1508.3 Giulio II conferì allora il titolo cardinalizio e tutti :i benefìci goduti già da Galeotto a Sisto Gara della Rovere.4 Veramente (questo fratellastro del defunto cardinale era per la mente e pel cuore molto diverso dal defunto.5 Oltre a queste tre creazioni cardinalizie Giulio II nominò altri quattro cardinali nel 1507, otto nel 1511 e uno nel 1512. Fra questi non si trova alcun suo parente.6 È quindi assolutamente giusto questo giudizio dello storico della città di Roma: «Alessandro VI aveva avuto solamente uno scopo, quello di far grandi i figliuoli ; per l’opposto Giulio II non pensò ad altro che a restaurare lo Stato della Chiesa. Non profuse coi nipoti ».7 Anche per la sua persona 1 Btjbchabdi, Diarium (Thuasne) III, 410 s. (iOelani) II. 500 s. Sanuto, ' I. 272. * Acta consist. loc. cit. [Fra questi eletti erano certamente persone indegne S. Gonzaga (vedi sopra p. 144 n. 5) e F. Alidosi; ottima persona in-v«re G. dei Gabrielli ; vedi Am uni II, 98 s. |Su Marco Vigerio cfr. P. Pagliucchi, 1 Castellani del Ça s t ei 8- Angelo 568-570. |Su Fazio .Santori Ai.. .Scshulte, Die Punger in Jtom I, 50 s„ 263 : II, 21 s. e Pinzi 433. iSulle vane fatiche della fa-'niglia Piccolomini per ottenere nelle promozioni cardinalizie del 1505 o del -•>11 l'elevazione di Giovanni Piccolomini arcivescovo di Siena, che aiou ave-'ano ottenuta da Pio III, cfr. P. iPiocolomini, Pio III 108 s. (9s). Egli ebbe la porpora da Leone X il 1° luglio 1517. Tantae inoli,s erat introdurre nel Saoro Ciliegio un prelato frivolo e mondano di più, dice Piccolomini loc. cit. 110 (11). 2 II pupa si fa temer e lo fa imperiose, scrisse l'ambasciatore veneziano. Canuto VI. 269. 3 Cfr. l’orazione funebre tenuta da Tommaso lnghirami in Oratimes dune lui, altera in funere Galeotti Franciotti cardinali* viee-cancetlarii,.., ed. Gal- 1 Mti, Romae 1777. 4 Paris de Gkassis, ed. Doixinger 385ï3S0. Sanuto VII. 629, 632. F-erhardi II, 235 s. Card ella 339 s. e in App. n. 124 la * relazione di (»stabili 'ì'Ull settembre 1508. Archivio di .Stato in Modena, v. Hofmann, F,>rschungen II, 70 s. 5 Gregorovius Vili-. 41. 0 Altri particolari su queste nomine sotto al cap. 3 e 5. Sullo sviluppo del diritto di opzione dei cardinali dopo Giulio II vedi O. Panvinius, De epi-*’opalibus titulis et diaconiis nardinalium (Paris 1600), p. 42 s. Sul collegio (i'i'ilinalizio sotto Giulio II cfr. anche Rodocanachi, Home 1 ss. J. Bonnet (Le i"‘pe doit-il être italien? Paris 1906. 9) scrive: Jules II ne nomna guère gu& * Italiens. 7 Gregorovius Vili?, 41; cfr. Rohrbaciier-Knopfler 287-28S. Pastob, Storia dei Papi, III, 43