620 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 12. cima dell’Aventìno presso S. Maria del Priorato, fa vedere parimente dappertutto solide torri e palazzi coronati da merli. Una torre sul davanti protegge il porto di Ripa Grande, due torri coprono S. Cecilia; anche dalla massa delle case della città nel Campo di Marte emergono, a lato della torre gotica di S. Agostino e del Pantheon, numerose torri, fra le quali quella poderosa del palazzo di S. Marco; sul damanti si vede la fortezza dei Savelli coronata da merli costrutta nel Teatro di Marcello. A destra la figura è chiusa dal Campidoglio coll’Araceli e l’alta torre di guardia sul palazzo del Senatore.1 Anche da questi fogli l’osservatore tocca con mano quanto al tempo dell’esaltazione del papa Borgia l’eterna città avesse conservato il suo carattere medioevale; dai disegni di Marten van Heemskerck eseguiti una generazione dopo 2 risulta quanto lentamente scomparisse quest’abito a dispetto della grande attività edilizia dei ipapi, dei cardinali e dei ricchi privati. Il pensiero principale di Alessandro VI si rivolse alla parte settentrionale della Roma trasteverina, alla città Leonina, venuta formandosi con istituti ecclesiastici e colonie di forestieri, che da tempo era d’un’importanza decisiva, racchiudendo in sè la prima chiesa e la principale fortezza, S. Pietro e Castel S. Angelo, ed essendo divenuta nel secolo xv il quartiere proprio delle persone di corte. Per la sua parte centrale la Leonina ricevette sostanzialmente da Alessandro VI la sua forma odierna. Comincia ora il periodo di splendore per questa parte della città, che si mantenne fino a Clemente VII.-« Era l’epoca dei grandi cortei, delle grandi processioni religiose e civili e delle cavalcate, delle corse carnevalesche, tornei, gare, combattimenti di tori, l’epoca in cui Lucrezia e Cesare Borgia uscivano a cavallo con un seguito di centinaia di cavalieri, allorché cardinali di case regnanti, se si recavano in Vaticano a cavallo, gareggiavano in sfarzo e numero del seguito coi re, allorché la vita mondana e la pompa profana soffocavano il costume ecclesiastico ».3 Avuto riguardo al movimento straordinariamente cresciuto della città Leonina, nella quale abitavano molti cardinali, prelati, curiali e gente di corte, già Sisto IV aveva determinato di costruire una grande via, che da principio portò il suo nome, la quale sten-devasi dai fossati di Castel S. Angelo fino alla porta del palazzi' pontificio (oggi Borgo S. Angelo). 4 Alessandro VI ve ne aggi1111'' 1 Vedi Egger, o. c. f. 56b. - II. v. Heemskkrük, Die römische ßkizzenbücher, pubbl. da Hülse11 Egger I, Berlino 1913. 3 Keumont, Die Leostadt in Allgem. Zeitung 1870. n. 280 Beil. * V. il vol. II, 042.