410 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 4. siastico di festeggiare l’avvenimento.1 L’ambasciatore veneziano fin dal 5 aprile aveva dato al re francese comunicazione ufficiale della stipulazione della lega. Carlo Vili ne fu terribilmente eccitato e inutilmente il cardin'al Giuliano si adoperò per calmarlo.2 L’unico partito che potesse ora offrirgli uno scampo era quello di una sollecita ritirata prima che gli alleati raccogliessero le loro milizie. Stando così le cose non si comprende punto come il re francese perdesse il suo tempo tentando di ottenere dal papa con preghiere o minacce l’investitura di Napoli.3 Quando vide che tutto era inutile, egli, tenendo nella mano sinistra il globo imperiale, nelle destra lo scettro, la corona in capo, il giorno 12 maggio 1495 si recò in solenne corteggio nella cattedrale di Napoli, quasi a mostrare a tutto il mondo i suoi diritti su quel regno e sull’impero d’Oriente.4 Solo il 20 maggio il re con la metà del suo esercito prese la via del ritorno; le altre milizie sotto il comando di Mont-pensier rimasero a sicurezza dèi regno conquistato. Per Alessandro VI si rinnovò ora la pericolosa situazione del dicembre dell’anno antecedente. Già ai primi di maggio il papa erasi lamentato con gli ambasciatori di Spagna, Venezia e Milano perchè la sola Venezia aveva mandato milizie in sua difesa; non vedevano forse quei signori che la potenza nemica colpirebbe in- 1 Sanuiìo 305 s. Burchardi, Diarium II, 250 s., (Celasi) I 583 s. Diario Ferrarese 298. JIalipiero 337. Audiffredi 332. Portioìli loc. cit. Fumi, Alessandro VI. 27, 79. Amiaxi II, 74. Bergenroth I, 57. Gregorovius IV, 77, n. 175. * Breve a G. Sforza del 7 aprile 1495. Archivio di Stato in Firenz.e. Uri), eccl. 2 Sanudo, Spediz. 294. Bboscii, Julius II, 316. Cipolla 721. .Seghe, Prodromi loc. cit. XXXIII, 333 ss. Ibid. 344 ss. sul contegno di Venezia, che avrebbe volentieri lasciato partire in santa pace il re francese, senza aprire ostilità contro di lui. Cfr. anche (Seghe, Lod. Sforza III, 423 ss. Sui tentativi fatti circa questo tempo per una riconciliazione di Giuliano della Rovere con Alessandro VI, che però non avvenne, cfr. Brosch 70 ; (Seghe, Lod. Sforza III. 419 ss. Relativamente alla politica di Lodovico il Moro nell’aprile 1495, in vista delle intenzioni ostili di Luigi duca d’Orléans contro il ducato di Milano, cfr. Vi-lissier in R&v. /lisi. LXXII (1900), 298-307. 3 Cfr. Schibrmaciier VII. 127 s. * Vedi Notar Giacomo 190 s. Ardi. stor. napol. IV, 797-798. Pilobgebh-272 s. Cappelli, Savonarola 51. Thuasne 291-292 e la * relazione di G. Tutta-villa ad A. Sforza da NapoU 13 maggio 1495 (Archivio di iStato ¡n Modena), di cui si valse Balan V, 346. Secondo Guicciardini (Storie ditali'1 I, 274 s., 1. 2, c. 3) durante la cerimonia Pontano tenne nella cattedrale un discorso in nome del popolo di Napoli. Tallarigo (Pontano 319 ss.) contest i la credibilità di questo racconto: altrettanto E. O. Mastrojaxm (Gioì-viano Pontano e Carlo Vili, Napoli 1901). La sostengono Tokraoa (Studi J storia lett. Napolet., Livorno 18S4, 299-337) e ,Segre (Lod. Sforza II, sentimenti in Napoli ostili alla signoria francese cfr. Segre, Prodromi XX-377 s., 368 s.