Contesa per Cerveteri e Anguillara. 357 raggiunto lo scopo della sua missione.1 Ad una lega inon era affatto il caso di pensare. Anche circa l’affare degli sponsali il papa non mostrò alcuna condiscendenza2 e ciò non può far meraviglia quando si pensi che proprio in quei giorni Alessandro VI aveva avuto sentore di un brutto intrigo del re di Napoli contro lo Stato della Chiesa. Dopo la morte d’Innocenzo Vili Franceschetto Cibo infatti erasi rifugiato in Firenze presso suo cognato Piero de’ Medici e di là faceva pratiche onde vendere i possedimenti che aveva nel territorio di Roma. Fin dal 3 settembre 1492 fu stipulata una convenzione tra Ferrante e Piero de’ Medici, secondo la quale Virginio Orsini diventava signore di Cerveteri e di Anguillara dietro il pagamento di 40000 ducati.3 Era manifesto che Virginio Orsini non poteva somministrare una tal somma se non con l’aiuto del suo amico e protettore Ferrante. Alessandro VI restò sommamente sorpreso di una tal vendita e decise di non soffrire a nessun patto, che quelle terre importanti venissero nelle mani di lun uomo, che a suo tempo aveva minacciato di gettare Innocenzo Vili nel Tevere. Virginio Orsini, capitano generale napoletano, trova-vasi in così stretti rapporti con Napoli e anche con Firenze*, che Alessandro VI vide a ragione in tutto questo maneggio, che apportava un considerevole aumento di forza al potentissimo barone romano, la mano dei suoi vicini. Non c’era punto bisogno dell'eccitamento da parte di Lodovico il Moro e del cardinale Ascanio, di cui Ferrante mosse lagnanze: il pericolo che adesso si venisse formando nelle vicinanze di Roma una potenza simile a quella dei prefetti di Vico, era troppo evidente.4 Allorché il papa apprese che le milizie di Virginio avevano già occupato quelle città, protestò in concistoro davanti ai cardinali, lagnandosi in particolare di Giuliano della Rovere, che aveva favorito il trapasso di un territorio così importante nelle mani di un nemico della Santa Sede. Giuliano da sua parte rispose che la cosa non era tuttavia 1 Bcbchardi, Diarium II, 22 s., 26, 33 ss., (Celasi) I, 382 s., 38C s., 39^'s. Geiger loc. cit. 97 ss., e la * lettera di un agente milanese (iSebastianus) In data di Roma 14 gennaio 1493. Archivio di Stato in Milano. 2 Piö tardi la decisione venne realmente sfavorevole a Beatrice, cfr. Mon. Hung. hist. XXXIX, Budapest 1914; Berseviczy, Béatrice d'Aragon, Paris 1912. La notizia degli atti concistoriali del 1497 ricordata