16»> Introduzione. Io non ho mai avuto in animo — dice egli — di condannare l’arte del poetare, ma solamente l’abuso che molti ne fanno. Questo abuso lo spiega poi meglio dicendo: V’è una falsa genia di pretesi poeti, i quali non sanno fare altro che correre dietro le norme de’ Greci e Romani : vogliono la medesima forma, lo stesso metro ; invocano i loro medesimi dèi, n(è sanno usare altri nomi, altre parole che quelle usate dagli antichi. Noi siamo uomini al pari di loro, ed avemmo da Dio uguale facoltà di dar nome alle cose che vanno ogni giorno mutando. Ma costoro si resero schiavi degli antichi, in maniera che non solamente non vogliono parlare contro la loro usanza : ma neppure vogliono dire ciò ch’essi non dissero. E questo non è solamente un falso poetare, ma è anche una peste perniciosissima alla gioventù. Io certo mi affaticherei a provarlo, se non fosse più chiaro del sole; l’esperienza ch’è l’unica maestra deile cose, ha resi così manifesti agli occhi di tutti i danni che nascono da questo falso genere di poetare, che è vano ormai fermarsi a confutarlo. Ma che diremo noi, quando i pagani stessi condannarono questi poeti? Non fu quel Platone medesimo che oggi tanto si leva a cielo, colui che disse necessaria una legge che scacciasse daJle città questi poeti i quali coll’esempio e coll’autorità di dèi nefandi e col solletico di turpi poesie svegliano le più ignominiose libidini e affrettano la decadenza morale? Che fanno in contrario i nostri principi cristiani? Perchè dissimulano questi mali? Perchè non mettono fuori una legge che scacci dalle città, non solo questi falsi poeti, ma anche i loró libri, e quelli degfli antichi che discorrono dii cose meretricie, che lodano i falsi dèi? Grani fortuna sarebbe se questi libri venissero distrutti, e vi rimanessero solo quelli che incitano la virtù.1 Idee affatto simili professava til Savonarola relativamente alle arti figurative. Più volte ebbe a dichiarare quello ch’egli biasimava nell’arte del suo tempo e ciò che invece avrebbe voluto vedere al suo posto. Quello che anche in questo campo giustamente egli combatte, è il falso rinascimento pagano, che profanava l’arte religiosa e l’avviliva nel fango di motivi e sentimenti terreni, se non 1 Savokarot,a, Opus peni NI e de divisione, ordine ae utilitate omnium soientiarum (s. 1. et a.: alla Biblioteca nazionale di Berlino), f. 18. ló'-lO. 21'). Ofr. Viixari I. 474 ss.: ed. ted. II. 118 s.; G. Gnerguj, frate Oiroìanio nette lettere e per le arti. In Rassegna Xas. CXX (1901); A. Galletti, O. Saro-naroUi, Genova 1012, 57 s. ; M. Cmn, L'estetica del Savonarola, Livorno 1012; Solinir/KK. saconarolas Erzieher 04-72. 10S-11S. Noi suo scritto Savonarola ini Stirile mit seincin Ordon 83 s. lo ScnxirzEB fa fortemente rilevare che promovendo gli 6tudi Savonarola non era guidato da punti di vista scientifici, ma esclusivamente pratici e che egli era anche in particolare ostile al conferimento del gradi accademici ai suoi monaci.