300 Libro I. Innocenzo Vili. 1184-1492. Capitolo 6. una bolla datata dal 17 novembre 14871 Innocenzo Vili emanò il primo regolamento generale della censura destinata a tutto il mondo cristiano, nel quale in guisa del tutto generale questa bisogna venne affidata ai vescovi. Con quanta premura si sorvegliasse in Roma alla pura/a della fede, si vide allorché nell’anno 1486 comparve nella città eterna il celebre Pico della Mirandola. Nella mente di questo filosofo fornito di belle doti e ben pensante, ma anche fantastico e passionato, eransi combinate in strana guisa dottrine platoniche con idee cabalistiche.2 Tutto ¡pieno di se stesso il Pico presentò non meno di 900 «tesi dialettiche, morali, fisiche, matematiche, metafisiche, teologiche, magiche e cabalistiche », in parte sue. in parte estratte dai « monumenti di savii caldei, arabi, ebraici, greci, egiziani e latini ». Quanto alle tesi che intendeva difendere a nome suo e con argomenti suoi proprii, il Pico dichiarava espre -a-mente «di non ritenere lui nulla per vero o sia pure vero simi ' , se non ciò che la Chiesa cattolica e il suo capo il papa Innocenzo VIII riconoscessero per tale». La disputa sulle tesi che il Pico inviò per ogni dove doveva esser pubblica; ai dotti che venissero di lontano il Pico prometteva di risarcire le spese di viaggio. Questo ambizioso figlio di principi che contava appena 23 anni, si riprometteva da questa disputa uno splendido trionfo, ma avvenne il contrario poiché, avendo alcuni esperti teologi segnalate alcune delle tesi presentate come sospette di eresia, il papa non permise quella disputa e istituì una commissione di vescovi, teologi e giuristi perchè prendessero'in esame le tesi dell’ardito filosofo. H verdetto suonò così: alcune tesi del Pico sono eretiche, sospette di eresia e scandalose, parecchie rinnovano i vecchi errori dei filosofi pagani, altre favoriscono la superstizione giudaica. Innocenzo VIII fece sua questa sentenza del tutto giustificata1 e seb- i Inlrr ni liti ¡¡¡lin* (stampata la prima volta in Statuto prorìnciaUa • tini mintili Hceicmae Cotonicii»i», Colonlae 1492. f. 88-80 « nella posteriore eib-zione. ibld. 1554. 280 ss.; ora presso E. VoOTJJfcUE. Per lluchdruch /»Vii«-« zutn Knde de» 15. J oh rh under t» [Pubi, dcr Gc*rll*ch. fur rhcìn. Gctchich1' /.nude XXIVI. llonn 1903, 1-xxxxm-xci e presso Hiij.khs. Dcr Index 480-tf-1 Ofr. Hetxìkrs loc. cit 408 e liiìchcrvorbotc 17 s. * Cfr. «opra p. 129 s. e Tira boschi i. Il ibi. Mod. IV, 9*1 ss. Meisers. /.rMn«'" schrcibungcn II, 1 ss. Birrai IX. 291 ss. 3t<>cki. III. 3(57 ss. Berti in Riri»1" contemporaneo XVI. Torino 1S59. Kkcmont. Lorenzo III. so ss.. 460. Prt ” in Kirchcnlcxikon di Wetzer -u. Whlte Vili-, 1549ss. Vii.i.a.nukva XVIII 43 s. Okegua. G. Pira detta Mirandolo c la cabala. Mirandola 1.S94. TaieW in rivista II Papato, anno XVI, serio V, voi. XXI. p. 1 ss.. 30 ss. Por« *'1 Giorn. A. Leti. ¡tal. XXV, 354 s. e Pcrez-Tiutasse. Pie de la Mirandole 50 s* Seuprim. G. Pico della Mirandola. Todi 1921. * V. Il testo delle pratiche presso Doro:-Turasse 114s. * Alcune tesi sono senza dubbio inconciliabili con i donimi cattolici. Cori per es. l'asserzione che Cristo non sia realmente disceso all'inferno, ma solo