Deficienze morali e religiose nell’arte del rinascimento. 1Ï3 a Verona. Gli otto bassorilievi eccellentemente lavorati ci presentano la vita e la morte del famoso medico proprio alla foggia antica, di modo che un visitatore cristiano deve prenderne scandalo; il dotto uomo tiene la sua lezione davanti alla statua di Minerva circondato da Apollo e da Igea; intorno al letto dell’in-fermo stanno Apollo e le Parche; i suoi parenti implorano dagli lèi la sua guarigione mediante un sacrifizio di animali; l’anima del defunto sale sulla barca di Caronte; le Grazie lo attendono negli Elisi ; la dea della gloria, tra Pegaso e la Morte, depone una corona sulla sua salma.1 L’ammiraglio Benedetto Pesaro (f 1503) •• rappresentato nel suo sepolcro colla Madonna, ma al suo lato età nudo Marte!2 Persino nel monumento sepolcrale di papa Sisto IV, fattogli erigere dal nipote Giuliano della Rovere, isono mischiate cene cristiane e pagane: nel programma delle rappresentazioni qui date (le sette virtù principali, le sette arti liberali) si esprime tuttavia un pensiero tradizionale antico, in quanto che si pone •otto gli occhi la missione e l’essenza della vita cristiana, ma nell’esecuzione dell’artista il libero spirito del tempo non masche-ato si caccia fuori a sufficienza e mostra il passaggio a una forma fortemente mondana.8 In generale però i papi del secolo XV mantennero l’arte nei giusti limiti, mentre in Firenze essa mostra non poche aberrazioni.4 Tali aberrazioni, che però solo più tardi divennero frequenti, ci spiegano abbastanza certe forti espressioni, se si vuole anche esagerate, del Savonarola. Che la sua opposizione fosse giustificata fu ammesso anche da molti pittori, come pure è un fatto che l'eloquente domenicano esercitò in genere una profonda efficacia su una intera serie di artisti. Lavoravano allora nel convento di S. Marco i miniatori Benedetto, Filippo Lapacino ed Eustachio; i pittori Agostino di Paolo del Mugello, Agostino de’ Macconi, Andrea di Firenze e soprattutto Fra Bartolomeo della Porta; finalmente gli architetti Domenico di Paolo e Francesco di Prato non che due della famiglia * Questi bassoriilevl trovansi ora al Ixmvre
  • 'rve excessive vis-à-vis des beaux-arts. On chercherait vainement à Home *** compositions mythologiques, qui remplissaient dès-lors les palais de Klo-n'iKv ».