6 tava la parola d’ordine. Per quelli che rimanevano si credeva di poter fare almeno qualche cosa mediante grandi fuochi accesi sulle pubbliche piazze. Insieme il sentimento religioso del tempo cercava di riconciliare il cielo con processioni, atti di penitenza pubblica e preghiere.1 Ricorrevasi specialmente alla Beatissima Vergine e a san Sebastiano, venerato fin dai tempi antichi in tutta la cristianità come patrono contro la peste. Più di una bella tavola votiva, come per es. l’affresco dipinto nel 1464 da Benozzo Gozzoli in S. Agostino di S. Gimignano, ebbe la sua origine in tali momenti calamitosi. La voga in cui vennero le immagini di S. Sebastiano, nel rappresentare le quali fecero a gara maestri come Antonio Pollaiuolo, Mantegna, Foppa, Gozzoli, Perugino, Signorelli, Pinturicchio, Vecchietta e Benedetto da Maiano, non si spiega che 'in parte con motivi artistici ; essa fu in pari tempo il portato della fede nel valido patrocinio di questo santo contro le malattie infettive. In simil guisa fu anche venerato S. Rocco. Ma prima di tutto si ricorreva alla protezione della potente Madre del Signore. Molti gonfaloni di confraternite eseguiti nel secolo xv special-mente nell’Umbria presentano la Madonna che intercede contro le freccie della peste e delle malattie scagliate dal Cielo. Benedetto Bonfigli in particolare creò severi quadri di questa specie. In un gonfalone dipinto da Raffaello giovanetto per la chiesa deila Trinità a Città di Castello si veggono i santi Sebastiano e Rocco, cho collo sguardo desiosamente rivolto a Dio uno e trino lo supplicano a preservare il paese da epidemie e flagelli.2 Anime nobili che si i Notizie sulla processione pro ficaie et mortalitate del tempo della peste nella seconda metà del secolo xv. presso A. de Santi, Die Lauteranische Li-lanci, Hbirtetst von J. Norpkx, Paderborn 1000, 70, 80 ss. Su fogli volanti con una preghiera alla misura di Cristo, che nel secolo xv furono stampati in grande quantità a Iti poli come protezione specialmente contro la peste, vedi O. Vziku.i, I/orazione della misura di Cristo, Firenze 15)01; cfr. Lit. Zentral-hlall 1002, 185. » Passavakt, Raphael T, 60-01 (ed. frane. II, 7). Müntz, Raphael 81. WoLTMAKK, Oesch. der Malerei li, 181. «raziani, L'arte a Città di Castello (Firenze 1S00) tav. 40. 41. 49-52: <¡konau 207. Dei dipinti che sono qui in questione quello di A. Pollaiuolo trovasi ora a Londra, quello del Perugino (1505) in S. Sebastiano di Manicale (cromolitografia dell’Arundel Society). Nel 1518 il Perugino dipinse un secondo S. Sebastiano; un terzo dipinto attribuito a lui (Madonna con S. Sebastiano e S. Hocco) trovasi nella sagrestia di S. Maria in Trastevere a Roma. Il S. Sebastiano del Mantegna con la firma del maestro in greco i> posseduto dalla gallerìa di Vienna. Il Sebastiano di V. Foppa in Brera a Milano, il Sebastiano del Signorelli a Cittì! di Castello. Il Sebastiano dipinto nel 1515 da fra Bartolomeo è sparito : vedi Woltmann II, 606. Il Sebastiano del Vecchietta per il Duomo di ,Siena è del 147S. Il Sebastiano di Benedetto da Maiano trovasi nella chiesa della Misericordia in Firenze (Fotog. Alinari n. 4901). Clfr. D. Frhr v. Hadeln, Die wichtigsten Darstcllungsfonnen des hl. Sebastian in der Italien. Malerei bis zum Ausgang des Quattrocento. Strassbarg 1906 ; Kozickiix.o in Przeglad Polski 1905. Su statue di S. Sebastiano vedi \V. Dreni, in Jahrb. der preusa. Kunstsamml. XXXVI (1915), 129 ss. Su