La ricostruzione di S. Pietro. stessa difficile situazione in cui il nuovo papa venne a trovarsi al principio del suo governo non fa sembrare molto credibile il progetto d’una simile gigantesca costruzione, sebbene in un uomo della tempra di Giulio II ciò non presenti un ostacolo insuperabile. Solo nel 1505 noi incontriamo tracce sicure del disegno di trasformare e ricostruire la basilica di S. Pietro.1 Stando al Vasari nella consulta tenuta a questo proposito si manifestò una lotta di partito fra la scuola urbinate-lombarda, cui apparteneva il Bramante e la fiorentina di Giuliano da Sangallo e del suo protetto Michelangelo. A favore dell’esattezza di questa notizia sta il fatto, che il Vasari conosceva bene il figlio di Giuliano da Sangallo, di nome Francesco, mentre in contrario parlerebbe la confusione e la poca sicurezza di cui in molti altri punti dà prova questo storico dell’arte. - Comunque siano passate le cose, questo sembra certo, che Giulio II quando vide il grandioso disegno del Bramante per la chiesa di S. Pietro, prese tosto la risoluzione di commettere a lui la direzione della fabbrica - e per il momento passò 1 11 vox iGevmuixer volendo purgare il Bramante dal sospetto di aver fatto perdere il posto a 'Giuliano, giunge fino a dire: «Il Bramante stava ai servigi del papa ancor prima dell'arrivo di Giuliano (in Roma), e perciò non poteva al suo arrivo iiir passi per rimuovere Giuliano dal suo posto». Invece il Kedtenbacheb giustamente osserva, che fino ad ora non è dimostrato, che il bramante si trovasse ai servigi dwi papa prima dell’arrivo di Giuliano, il quale :'i 30 di maggio del 1504 era di fatto architetto di Giulio II. V. la Zeitschrift ‘li l.i ’rzow XVI, 102 e Redtenbaoher, Architclctur 182. Qui inoltre osservasi molto bene: «Se il Bonzaui, al quale appoggiavasi H. von Geymiiller, afferma che Giulio II fin dal 1503 aveva deliberato le costruzioni vaticane, noi diciamo innanzi tutto che il Bonanni non è una fonte molto sicura (egli per es., spaccia come fosse del Bramante anche il disegno di Raffaello i>er la chiesa di S. Pie-,1-oi. e dato pure che abbia ragione, non sarchi«' perciò detto che insieme alla deliberazione delle costruzioni ne sia stato nominato architetto il Bramante ». •V questa osservazione aggiungerei : H. vox Geymulleb nella sua pregevolissima "Itera si fa forte più volte (p. SI e 345) della notizia data dal Mtonanti II, 11, che Giulio abbia deliberato la nuova fabbrica della costruzione di iS. Pietro subito dopo la sua esaltazione al trono. Egli parte dall’idea che « la testimonianza del Mic.nanti si fondi su documenti che egli non nomina ». Questi documenti sono tuttavia un’ipotesi : nessuno (finora li ha veduti e il Mio.vanti non fa alcuna citazione. Aggiungasi poi che — come notava gift il Iìeumont nel 1KC>7 in AUgcm. Zcitatiti nr. 2tK> — la critica storica non è il forte del libro del Mi-'•Nanti, che anzi non vi mancano errori storici. Sta di fatto soltanto che nel Novembre del 1505 avevasi fermo proposito di costruire la fabbrica (vedi sotto), ' prima che vengano alla luce nuovi documenti dovremo attenerci col Jova.no-vits a questa data ormai stabilita. - Pare che a ciò non badi il RedtenbaOher 183, dicendo degno assoluta-tiK ntc di fede il racconto del Vasari. Ofr. ora anche KaIXab, Vasari-SUtdien, 'Vieti 1908. ii racconto del Vasari, secondo il quale Giuliano da Sangallo, offeso per essere posposto a Bramante, avrebbe abbandonato Roma, Ara consideiato come un aneddoto. Giuliano ad ogni modo rimase lungo tempo a Roma anche dopo la decisione. I*ise—11i esistenti nell Albertina, che il I)r. I>. Krey pubblicheiil