Giuliano della Rovere procura il papato al Cardinal Cibo. ‘207 farsi dopo l’elezione.1 Ma per quanto ampie fossero le promesse che il Borgia faceva in oro, beni stabili e benefici, non riuscì tutta-ia a mettere insieme una maggioranza sicura. «Il Borja è ritenuto per così superbo e sleale — scrive l’inviato fiorentino il .1 agosto — chefron v’è punto a temere la sua elezione».2 Il vice-ancelliere aveva fatto vedere il suo agire sleale subito dopo la lorte di Sisto IV, poiché avendo fino allora tenuto sempre per i 'olonna passò ora dalla parte degli Orsini, onde, mediante il loro poggio, conseguir la tiara. 1 Da ultimo però vide da sè l’impossi-ilità di raggiungere per ora quell’intento, onde cominciò ad adorarsi per l’elezione del suo connazionale Moles, la cui età avanita e la salute indebolita facevano sperare in un nuovo conclave non lontano.4 La stessa esperienza fatta dal Borgia era riservata anche al pò del partito contrario, a Giuliano della Rovere. Questi non poteva fare sicuro assegnamento che sui cardinali Savelli, Co- 1 ina, Cibo, e i due Rovere. La debolezza delle due fazioni si fece manifesta fin dal primo scrutinio la mattina del 28 agosto, poiché es.-o il Cardinal Barbo ebbe dieci .voti, secondo ‘altre relazioni x-ci o 'anzi dodici. Il maestro delle cerimonie Giovanni Bur-rdo riferisce, che in quel giorno, per timore che ,il Barbo pose raggiungere i diciassette voti necessarii, venne deliberato, he nel primo scrutinio non avesse luogo alcun accesso.s A questo punto entrò in modo decisivo nel negozio Giuliano 'iella Rovere. Il suo candidato era un uomo che gli doveva tutto: Giovanni Battista Cibo, cardinale di S. Cecilia e vescovo di Molila. Con l’indelicata energia del suo carattere, Giuliano fece valere per il medesimo tutto il suo influsso non rifuggendo dalla stes--a corruzione.6 Guadagnare i porporati mondani era cosa tanto ìi facile perchè questi temevano un accordo di Giuliano con i carenali veneziani, nel qual caso sarebbe salito sulla cattedra di Pietro l'austero Barbo. Giuliano guadagnò dapprima i cardinali Or->ini e Raffaele Riario, poi Ascanio Sforza. Lo Sforza poi trasse sua il Borgia, il quale riuscì ad avere l’adesione di Giovanni , .UI ^antiporto 1001. (Gasp. Fontani, ed. Toni 42). Cfr. Thuasne *1 olO. Thuasne I. 507. °fr- Schmarsow, JMozzo 377. ( fi. le relazioni di ambasciatori presso Thuasne I, 512, 510, 518. ^ Li kciiarm. Din riunì (Thuasne) 1, 50-57 (Cklani I. 44. n. 1). Nei * Mandati m, '!K 1 llzo 'HI. foJ. I (1-184-1486) trovasi registrato addi 28 settembre 14S4 I1'!-, amento per Joanni Burkardo eterico cerimoniar. Archivio di Stato-n R o ni a. puf i-1"1 ’riu-tezzil delle notizie degli ambasciatori relative a tale faccenda si 'mostrare quasi per intero. Cfr. Hagkn, Papstuahlcn 14-15.