792 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 6. rompere la dieta. L’infermo dimandò pesche, noci, susine e altre frutta, che però non fece altro che masticare. Dopo ciò chiese delle cipolline e delle fragole, che parimenti non fece che masticare. Ma alla fíne mangiò parecchie pesche e susine e bevette pure, poi cadde in un lieve assopimento. Questo stato durò due giorni. La speranza e di timore si avvicendavano in quelli che lo assistevano. Con terrore guardavasi in faccia all’avvenire, poiché la rivoluzione, la guerra e la carestia erano alle porte ».1 Le relazioni degli ambasciatori allora residenti 'in Roma mostrano che il maestro delle cerimonie non ha esagerato. «Giammai — scrive l’ambasciatore veneto Lippomano — alla morte di un papa regnò in Roma un tale allarme; giammai il pericolo fu maggiore di adesso. Il Signore Iddio ci assista ».2 Di questo generale disordine della città trassero profitto alcuni nobili per tentare una rivolta contro la signoria della Chiesa. Alla testa dei rivoluzionarii stava l’ambizioso Pompeo Colonna, che contro sua volontà i parenti avevano destinato allo stato ecclesiastico. Non contento della dignità di vescovo di Rieti e di abate di Grottaferrata e Subiaco, Pompeo aspirava più in alto. Dopo la morte dei cardinali Orsini, Colonna, Savelli e Cesarmi, egli aveva fatto sicuro assegnamento sulla porpora. Ma invano. Questa trascuratezza delle antiche famiglie romane da parte di Giulio II doveva essere vendicata. Pompeo Colonna corse al Campidoglio e con discorsi da demagogo cercò di aizzare il popolo facilmente eccitabile a scuotere il giogo della signoria dei preti e a ristabilire la libertà repùbblicana. Si prese innanzi tutto il partito di sottoporre al papa che verrebbe eletto una Iserie di richieste, fra cui la nomina di un romano a cardinale.3 Quand’ecco Giulio II destarsi dal suo letargo simile alla morte. Ciò che sembrava dovergli arrecare morte sicura, le molte frutta 1 Paius de Grassis, ed. Dolljxger 411-412. L’unico, che potesse cosa sull’infermo, era il giovane F. Gonzaga. Gfr. Luzio, F. Gonzaga e 7sai. d’Este di fronte ecc. 85 ss. Gfr. anche L. iSchmidt, Die Renaissanc 1,1 Briefen II, 108-110. 2 S attuto XII, 449. Cfr. Luzio, F. Gonzaga 22. a Jovnjs, Vita P. ’Columnae. Guicciardini X. c. I. Sanuto XII, 482. Li71"' F. Gonzaga 23. Gregorovius ha presentato sotto una luce in parte falsa tentativo di rivolta, come ha mostrato Reùmont in Allgem. Zeitung 1874. n. " lieti, in una recensione dei Nuptiali di Altieri editi da Nardi; cci. Siccome • che nella sua ¡terza ed. tedesca del 1881 Gregorovius non ne ha tenuto con.(|f giova qui tornarvi sopra. Gfr. anche L. Passami«, Memorie intorno all« 1 di S. Aldobrandini 219. iSu Colonna cfr. anche Aida Consorti, Il Card. Colonna su doeum. ed. ed ined., Roma, ¡1902, che alquanto senza critica si a guidare dalla simpatia pel suo eroe ; cfr. P. Egidi in Ardi. d. Soc. Roin^ 1 ^ patr. XXVI (1903) 523 ss. Che non pochi Romani fossero fino dal L>°‘ 11 a Giulio II rilevasi dal Pe Grassis, ed. Prati 174.