Alacrità con cui procedono i lavori per il nuovo S. Pietro. 897 si vede come i lavori della nuova chiesa di S. Pietro venissero spinti avanti con grande alacrità. Il 7 di aprile l’ambasciatore modenese riferisce, che « la S.ta del papa se demonstra tuta aiegra et spesso v[a] su la fabrica de la ehiesia de S. Petro demonstrando... presente non havere altra cura magiore cha de finire la d[etta] fa[brica] »1 II 12 aprile il medesimo ambasciatore comunicava : la santità del papa oggi è andata molto privatamente in S. Pietro per vedere la fabbrica ; c’ero io pure. Il papa aveva seco Bramante e ridendo mi disse: Bramante mi ha comunicato, che vi sono occupati 2500 operai e che si potrebbe farne una rivista. Risposi che tale numero poteva paragonarsi a un esercito e lodai la fabbrica come si conveniva. Vennero poi anche i cardinali Farnese, Carvajal e Fieschi, ai quali il papa diede udienza là in quel luogo.2 Questa relazione contraddice apertamente al racconto di Sigismondo de’ Conti. Il Bramante non che aver colpa di mandare a rilento i lavori, spinse avanti con tanta fretta la demolizione del-' antica chiesa che la si potrebbe chiamare non altrimenti che un atto di vandalismo. Fa subito meraviglia che, a quanto pare, non sia stata interrogata nessuna persona disinteressata e intendente della cosa per vedere se era possibile conservare l’antica chiesa di S. Pietro e sanarne i danni. Prima |di por mano alla demolizione di quel celebre santuario mondiale avrebbero pur dovuto persone spassionate ed estranee agli interessi degli architetti smaniosi di fabbricare dare il loro ¡parere, se forse non sarebbe stato possibile conservare almeno in parte il vecchio edificio. Che se questo, per quanto lei consta, non è avvenuto, ciò si spiega in parte colla stima esagerata che aveasi della nuova architettura del rinascimento, i cui fautori guardavano con occhio di disprezzo tutti i monumenti del passato. Sotto questo riguardo è assai caratteristica la relazione che ci dà Sigismondo de’ Conti intorno alla nuova fabbrica di S. Pietro. Sigismondo, sebbene un umanista cristiano, pure non mostra alcun segno di pietà o d’interesse per la basilica di Costantino e per i tesori d’arte medievale in essa riuniti. Pur facendo rilevare la grandiosa maestà di queU’antica costruzione, egli ag- 1 * Dispaccio di Costabili da Roma 7 aprile 1507. Trovai questo dispaccio insiti me ali-interessantissima relazione che segue nell’A r c h i v i o di Stato in Alodena. 2 V. il testo di questa * relazione in App. n. 117. Pastok, Storia dei Papi, ni.