98 Profonde e nere ombre presenta la famiglia de’ Medici e innanzi tutto Lorenzo. Educato dalla sua egregia madre, Lorenzo non ha perduto la fede, come mostra la sua morte da cristiano, ma la vita del grande mecenate delle arti e delle scienze troppo spesso dissentì dalle massime della religione cristiana. Il barbaro saccheggio della città di Volterra, l’appropriazione del denaro della cassa di risparmio per zitelle, in seguito alla quale molte di esse, defraudate della loro dote, si diedero in braccio al vizio, la sfacciata cupidigia onde egli si usurpò i beni dello Stato, sono macchie infamanti, che nemmeno i suoi più caldi panegiristi sono in grado di cancellare. Quasi di continuo Lorenzo trovavasi impigliato in avventure d’amore e per molti anni mantenne una relazione con una donna maritata. Oggi nell’accademia platonica disputava intorno alla virtù e all’immortalità e scriveva pie laudi, domani intonava in mezzo a licenziose brigate i suoi immorali canti carnevaleschi o facevasi leggere da Luigi Pulci i frivoli canti del Morgante. La parola e l’esempio di un tal uomo dovettero esercitare una influenza profondamente corruttrice sui Fiorentini ; la sua signoria diventò un’epoca di nefasto splendore. 1 Come in Firenze, così anche a Milano e Venezia proprio quelli che erano a capo della cosa pubblica davano tante volte l’esempio più triste Lodovico il Moro, anche vivente la moglie, manteneva relazioni amorose con molte donne di condizioni alte e basse: egli fece ritrattare da Leonardo da Vinci le più belle delle sue amiche ». Cecilia Gallerani e Lucrezia Crivelli.2 Quanto riferisce nell’anno 1475 un inviato milanese sulla immoralità del doge Pietro Mocenigo settantenne e quanto narrano altri relatori circa la corruzione dei nobili pare quasi incredibile. Non può quindi recar meraviglia se nell’ultimo terzo del secolo XV compariscono dei traditori nei supremi gradi della repubblica, se un Soranzo viene impiccato come spogliatore di chiese e se un Contarmi vien messo in catene per scasso.9 * Ufr. IIeumont, Lorenzo II-, 340 e (ìeseh. Koms III 1, 355. Sterx I, 178. Viu.ahi, Savonarola I, 38 s„ 43 s., 40 s. Baudrillart 342 s. Owex 152. Gasp ary II, 247 s., 251. Fr.vntz, Sixtus IV. 33 s. Cantù I, 180, 222 e Buser. Lorenzo 11 s. Il documento quivi allegato a p. 121 non prova in vero nulln contro la scostumatezza di Lorenzo, poiché non si tratta dì 50 belle schiave, come il Buser opina, ina di 50 pelli slovene ! ISugli immorali canti carnevaleschi di Lorenzo cfr. Viulari, Machiavelli 13, 195. Per Marsilio Ficino e altri platonici contemporanei Lorenzo era « il tipo platonico del principe, il quale governa lo stato filosofando ». A. iieu.a Torre, Storia delFAccad. Platon. 741 s. 2 Vedi MALAOUZZI-VALERI 45*8 ss. * Vedi Molmesti 25)1, 290 («II, GOl. 004 s.) : cfr. Arch. stor. Hai. 5* serie XXXI (15*03), 288 ss. ; 299 ss. ; Belgrano 408. Burckhardt I3, 04. La prova della scostumatezza di P. Mocenigo è fornita dalla seguente * lettera, notevole anche per la leggerezza con cui si giudicavano cosi fatti disordini. <( illustrissimo Signore mio... Preterea sono quatro giorni che questo Duse è stato molto grave de doglia de liancho, et de renella con la urina ignea Ut